Una o due pratiche in media. Nei casi migliori una dozzina, in quelli peggiori nessuna. Anche nei piccoli centri, dove villette e case sparse sono più numerose, il piano casa non decolla. «Questa legge è servita solo a poche persone per piccoli aggiustamenti, ma in generale non abbiamo riscontrato un grosso interessamento», spiega Claudio Rubiani, responsabile dell’urbanistica del comune di Albinea in provincia di Reggio Emilia, dove le pratiche in corso sono tre. «Dai noi il problema non è la mancanza di volumetrie, quindi difficilmente arriverà qualche richiesta», aggiunge Pietro Canu, geometra del comune di Chiaramonti, in provincia di Sassari, dove non è ancora pervenuta nessuna pratica. Giovedì scorso l’Istat ha diffuso le stime provvisorie sulla produzione nelle costruzioni, che segnano per il secondo trimestre 2010 un +2,5% rispetto ai primi tre mesi dell’anno (ma pur sempre- 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2009). A sentire gli uffici comunali, comunque, il rimbalzo non è riconducibile a nuove costruzioni, né ai lavori del piano casa. Si tratterebbe, piuttosto, di investimenti nella manutenzione. Secondo Paolo Cavagion, responsabile del procedimento nel comune di Castelnovo Bariano (Rovigo), «il problema è che mancano i soldi per fare operazioni edilizie anche di piccola entità: c’è crisi. Da noi sono arrivate otto pratiche: gente che si rifà il garage o piccoli ampliamenti. Ma questa legge non ha rilanciato il settore». D’altra parte, in alcuni piccoli centri di mare o di montagna, come Vico del Gargano, in provincia di Foggia, o Torrecuso nel beneventano, i cittadini non hanno potuto usufruire di questa normativa a causa del vincolo paesaggistico. Bastano allora poco più di una decina di domande per collocarsi ben al di sopra della media. Come nel caso di Sant’Anna Arresi, provincia di Carbonia-Iglesias, 2.600 abitanti nel Sud della Sardegna. Qui sono 15 le pratiche pervenute: la maggior parte arriva da privati, qualcuna da aziende, e riguardano tutte richieste di ampliamento. Del resto, Sant’Anna è un paese turistico, e la presenza di seconde case potrebbe aver influito. Circa una decina anche le pratiche arrivate a Monte San Vito (Ancona) e a Castagneto Carducci, vicino a Livorno, dove, fanno sapere dal comune, «gli edifici oggetto della richiesta hanno tipologie monofamiliari e bifamiliari e ricadono sul territorio urbanizzato e non in zona agricola. L’ampliamento medio? Si può quantificare in una stanza con servizio igienico».
In paese si ingrandisce solo il garage
Nei piccoli centri. Prevalgono gli interventi di modesta entità
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