In arrivo la tagliola sulle municipalizzate da Atac a Sea ecco chi supera quota 300 mila

Nella capitale la scure si abbatterà anche su Roma Metropolitane e sull’AmaA Torino solo i manager di Iren sfondano il tetto, ma si tratta di una società quotata

Repubblica
1 Marzo 2012
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ROMA – Non sono pochi i top manager delle società ex municipalizzate che sfondano la soglia massima dei 300mila euro annui di stipendio. A cominciare da Gioacchino Gabbuti, ex amministratore delegato di Atac (l’azienda del trasporto pubblico locale) e attuale amministratore unico di Roma Patrimonio, che ha uno stipendio annuo di 600 mila euro. Federico Bortoli, ad di Roma Metropolitane, società mista incaricata di realizzare le nuove linee del metrò, ne incassa 378 mila.
Come Salvatore Cappello, ad di Ama, l’azienda dei rifiuti della capitale. Mentre Enrico Sciarra, ai vertici dell’agenzia Roma Servizi, ne percepisce 312.500. Milano non è da meno. Giuseppe Bonomi, manager di area leghista, già capo di Alitalia, come presidente di Sea (la società del Comune di Milano che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa) dichiara di non percepire compensi, rinunciandovi volontariamente.
Questa è l’unica informazione che compare sul sito del Comune di Milano alla voce “trasparenza”. Nel 2009, dopo una censura della Corte dei Conti sullo stipendio troppo alto, si scoprì, infatti, che Bonomi era diventato Ceo della stessa società, supermanager assunto a tempo indeterminato, con uno stipendio annuo tra i 550mila e i 650mila euro. Tra le altre società partecipate dal Comune di Milano, spicca A2A, il cui vice presidente del Consiglio di sorveglianza Rosario Bifulco nel 2011 dichiarava un compenso di 352.400 euro.
Ma in quanto dipendente di una società quotata non gli accadrà nulla. Mentre in Expo, la società che deve organizzare l’Esposizione universale di Milano nel 2015, per il presidente e amministratore delegato Giuseppe Sala si parla di un compenso fisso di 270mila euro, e di un variabile massimo di 137.958 euro in basea una serie di risultati. In Lombardia, con in suoi 334mila euro annui, di cui 283mila di stipendio e altri 50mila di bonus, sfonda il tetto massimo anche Giuseppe Biesuz, direttore generale del Gruppo Ferrovie nord: è il manager più pagato di una società partecipata dalla Regione. Senza contare che a questa cifra si deve aggiungere il compenso che Biesuz prende anche come amministratore delegato di Trenord, la società mista con Trenitalia. Sfugge per poco alla tagliola del governo il dirigente più pagato della Regione Lombardia: il direttore generale Nicolamaria Senese con 280mila euro l’anno. Poco meno di 10mila euro più di Giovanni Catanzaro, consigliere delegato di Lombardia Informatica.
Tra i più pagati anche il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina che prende 186mila euro di stipendio più 53mila di premio di produzione.
A Torino, invece, gli unici manager pubblici che hanno uno stipendio superiore a 300mila euro sono quelli di Iren, società quotata, partecipata da Genova, Torino, Reggio Emilia. L’ad Roberto Garbati, per esempio, guadagna tra fisso e premi intorno ai 350mila euro annui. Anche per lui, però, varrà lo stesso discorso di A2A: nessun taglio.

I personaggi
550.000 Giuseppe Bonomi è alla guida di Sea, società che gestisce Linate e Malpensa
334.000 Giuseppe Biesuz è dg di Ferrovie Nord, società partecipata dalla Regione Lombardia
600.000 Gioacchino Gabbuti, ex ad di Atac e ora di Roma Patrimonio, supera il tetto fissato ieri
350.000 Carlo Tosti è amministratore delegato di Atac, azienda trasporti di Roma

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