La decisione del Governo di lasciare ai comuni la scelta di stabilire l’aliquota Imu ridotta per gli immobili locati crea incertezze ai fini della stipula di nuovi contratti di locazione e del rinnovo dei contratti in essere, così determinando una ulteriore motivazione per una pericolosa situazione di stallo nel mercato dell’affitto, già pressochè in caduta libera a seguito dell’inasprimento fiscale portato dalla manovra. Da qui, l’appello lanciato da Confedilizia a tutti i comuni italiani perché gli stessi assumano, entro il termine del 31 dicembre, previsto dalla vigente normativa, la decisione di loro competenza in ordine alla misura dell’aliquota dell’Imu da applicarsi agli immobili locati, così eliminando ogni incertezza ai fini della stipula di nuovi contratti e del rinnovo di quelli in corso. Nello stesso tempo, Confedilizia si appella ai comuni perché stabiliscano l’aliquota Imu per gli immobili locati nella misura minima prevista dalla normativa vigente, quella dello 0,4 per cento. Solo attraverso tale misura, infatti, sarà possibile tentare di scongiurare quell’abbandono del mercato della locazione – con le conseguenti tensioni sociali nel tessuto cittadino – che inevitabilmente sarebbe determinato dall’aumento del 60% della base imponibile dell’imposta (rispetto all’Ici) ove, per gli immobili locati, tale enorme aumento non fosse accompagnato da un’attenuazione dell’aliquota ordinaria (che è dello 0,76 per cento) della nuova imposta.
IMU: appello di Confedilizia ai comuni
La scelta per i comuni di stabilire l’aliquota Imu ridotta per gli immobili locati crea incertezze ai fini della stipula e del rinnovo dei contratti di locazione
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