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L’allarme dei rincari
“L’Italia – si legge nella premessa – è uno dei Paesi europei più vulnerabili a questi rincari: è maggiore, infatti, l’incidenza del gas importato sia come fonte di produzione di energia elettrica – il 45% contro una media Ue del 18% – sia come voce di consumo diretto da parte di imprese e famiglie – il 29% a fronte del 16% europeo1. In particolare, oltre la metà delle utenze di famiglie e imprese nel nostro Paese è esposta contrattualmente alla volatilità dei prezzi dell’energia. A causa degli elevati prezzi di gas e elettricità, sono due i principali fattori da monitorare con attenzione: i bilanci di imprese energetiche e utenti finali (famiglie e imprese non energetiche) e l’eventuale necessità di ricorrere in misura crescente agli stoccaggi”.
“I maggiori costi di approvvigionamento di gas – prosegue Cassa Depositi e Prestiti – rischiano di avere un impatto sulla redditività degli operatori energetici: secondo le stime dell’ISTAT, nello scenario peggiore fino al 45% delle imprese del settore potrebbe registrare delle perdite nell’anno in corso. In questo contesto, i più colpiti sarebbero i piccoli operatori commerciali che si approvvigionano sui mercati all’ingrosso dell’energia necessaria a rifornire i propri clienti sul territorio”.
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