Il Piano sviluppo punta anche sugli enti locali

Ancora pochi giorni e il Governo svelerà le carte del Piano sviluppo. Che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri ai primi del mese prossimo, probabilmente il 6 maggio. Con numerose norme di interesse per gli enti locali, che in questi giorni stanno già facendo capolino nelle prime anticipazioni sui contenuti. Intanto il Piano casa: prevedrebbe la possibilità di ampliare le unità abitative del 20-30% e introduce il silenzio-assenso per semplificare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) con la sola eccezione degli immobili nei centri storici. Inoltre per ottenere gli sgravi per lavori di ristrutturazione (36%) o per il bonus energia (55%) non sarà più necessario comunicare all’Agenzia delle entrate l’avvio della procedura, basterà fornire i dati direttamente nella dichiarazione dei redditi.
Nel campo dell’edilizia pubblica si profila uno snellimento delle procedure per gli appalti pubblici con l’introduzione delle percentuali fisse per le cosiddette opere compensative chieste dagli enti locali e l’introduzione di un tetto del 20% anche ai maggiori costi intervenuti e alle varianti in corso d’opera. Alle viste una super carta d’identità, un documento unico che riassumerà carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria, patente e passaporto. Un capitolo a parte dovrebbe riguardare il Mezzogiorno con la richiesta avanzata a Bruxelles di poter ottenere forme di fiscalità di vantaggio. Ma appunto il capitolo è tutto da trattare con la Commissione Ue. A questo va ad affiancarsi la ‘centralizzazione’ degli interventi a partire dalla gestione delle risorse, anche europee che le regioni meridionali non riescono a spendere. Tra le altre misure, poi, lo smaltimento dei processi arretrati e la velocizzazione delle procedure; un pacchetto imprese che contiene studi di settore “alleggeriti” per artigiani e commercianti, semplificazione delle comunicazioni fiscali per professionisti e autonomi, verifiche meno “oppressive” per le imprese sul rispetto delle norme di sicurezza (si pensa a un accorpamento dei vari controlli). Per i datori di lavoro sono allo studio diverse semplificazioni a partire da una razionalizzazione delle svariate detrazioni di cui usufruisce la famiglia; a favore delle imprese e’ anche prevista l’introduzione di un credito d’imposta al 90% per le spese in ricerca e sviluppo effettuate con la collaborazione delle università. Questo credito d’imposta si sommerebbe ai 100 milioni di bonus fiscale già previsto dalla fFinanziaria del 2011 per l’acquisto di servizi e know how dalle università. Si studia infine una riforma dell’accesso al lavoro da parte dei giovani e a un contratto unico con tre livelli di retribuzione a secondo della crescita professionale. Sul fronte dei mutui, infine, il Governo sta pensando a una moratoria (soluzione non molto apprezzata dai consumatori) oppure ad offrire alle famiglie un’agevolazione per convertire il prestito da variabile a fisso, probabilmente congelando l’attuale livello dei tassi maggiorato dello spread (il ricavo che ogni banca decide di aggiungere al tasso base quale proprio ricavo) praticato da ciascuna banca in modo differente.
Il pacchetto di misure verrà illustrato informalmente dal Ministro dell’economia Giulio Tremonti in occasione del vertice Eurogruppo-Ecofin in programma a Bruxelles il 16 e il 17 maggio. Sui tempi e sulla forma che queste misure prenderanno, il Ministro della semplificazione Roberto Calderoli ha detto: “Ho proposto di presentare il piano nel primo Consiglio dei ministri disponibile a maggio, ma valuteremo tutti insieme la data, e di approvarlo come decreto legge. Attendiamo prima l’approvazione del Def e poi stabiliremo in quale C.d.M. presentarlo”.
Calderoli punta i riflettori sul capitolo casa considerato un “volano cruciale”. Il piano-casa dà la possibilità di ampliare le unità abitative del 20-30% e introduce il silenzio-assenso per semplificare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) con la sola eccezione degli immobili nei centri storici. Inoltre per ottenere gli sgravi per lavori di ristrutturazione (36%) o per le opere di riqualificazione energetica degli edifici (55%) non sarà più necessario comunicare all’Agenzia delle entrate l’avvio della procedura, basterà fornire i dati direttamente nella dichiarazione dei redditi. Quanto all’edilizia pubblica, anche qui arriva lo snellimento delle procedure di appalto e una white list per le ditte subappaltatrici di cui si avrà, spiega Calderoli, “una tracciatura legale”. Il ministro ha parlato anche di  creazione dei distretti “turistico-balneari” con agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative per imprese e stabilimenti. Ma l’asso calato dall’esecutivo viene bollato dal Pd come “stanco rituale pre-elettorale” vista l’imminenza delle amministrative. Scettici anche i sindacati. Per Cgil, Cisl e Uil “il Governo ha fatto troppi annunci” e continuano a chiedere una riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti per i quali nel Piano sembra non esserci nulla di specifico.

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