Il governo dà il via alla riforma del catasto

Primo passo per la riforma del catasto, che avrà però bisogno ancora di tempo (molto) e altri decreti (almeno due) per vedere la luce. E una brutta sorpresa arriva per i fumatori, almeno quelli che fumano le sigarette di ”fascia bassa”, quelle ora meno costose: il riordino delle accise che, nei calcoli del Governo, dovrebbe portare un maggior gettito l’anno prossimo di circa 200 milioni.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito infatti ieri lunedì 10 novembre 2014 alle ore 18.40 a Palazzo Chigi, e ha approvato il decreto legislativo sull’istituzione delle nuove commissioni censuarie, primo passo per la riforma del catasto, e il “decreto legislativo in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei e dei fiammiferi, che discende dalla delega conferita al Governo a definire un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita e, in particolare, ad introdurre norme per la revisione delle imposte sulla produzione e sui consumi”.
Per il catasto, con il via libera definitivo del Consiglio dei Ministri, arrivano intanto le nuove commissioni censuarie, chiamate a validare i criteri su cui si baseranno le nuove valutazioni di calcolo delle rendite catastali, e quindi delle tasse sugli immobili, che, nella delega fiscale data dal Parlamento al governo, dovranno comunque non comportare esborsi aggiuntivi per i cittadini.
Un ‘plauso’ arriva intanto da Confedilizia con il presidente Corrado Sforza Fogliani, che commenta: ”il testo del decreto sulle Commissioni censuarie è stato rimesso in carreggiata per effetto dell’azione dei Presidenti delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, Capezzone e Marino, che hanno preteso che il decreto si conformasse alle previsioni della legge delega approvata dal Parlamento. Si è trattato di una vittoria della politica sulla burocrazia, considerato che quest’ultima aveva predisposto un testo improponibile. Cosa che non è certo di buon auspicio per i prossimi decreti di attuazione della delega per la riforma del Catasto”.

Comunque per vedere attuata la ‘rivoluzione’ sulle valutazioni catastali degli immobili, basate non più sui vani ma sui metri quadri, serviranno ancora diversi anni, tre secondo i più ottimisti, ma almeno cinque per gli addetti ai lavori. Di sicuro si cercherà di accorciare i tempi il più possibile, anche su sollecitazione della Commissione europea, e con l’impegno a mantenere “immutato” il carico fiscale complessivo. Intanto si parte con le nuove commissioni locali e quella centrale che hanno un anno di tempo per insediarsi. Ne faranno parte anche rappresentanti indicati dalle associazioni di categoria, sotto il controllo dell’Agenzia delle Entrate. Ai componenti non sarà dato alcun gettone.

Il valore patrimoniale sarà stimato appunto non più in base ai vani ma ai metri quadri, partendo dai valori di mercato rilevati dall’Osservatorio del mercato immobiliare – Omi – dell’Agenzia delle entrate e tenendo conto di posizione e caratteristiche degli immobili. Allo stesso modo sarà elaborato un algoritmo anche per calcolare la rendita, partendo questa volta dai redditi di locazione medi, attraverso appunto una formula matematica che metterà in relazione tutto.

Accanto all’avvio dei lavori per rivedere i metodi di calcolo, su cui ci sarà un apposito decreto, dovrebbe poi arrivare anche la riforma delle zone del catasto in base all’omogeneità edilizia in modo da superare le micro aree attuali, con cui si dovrebbero anche definire le categorie catastali, che attualmente sono 45 (per il residenziale resterebbero solo tre categorie, otto o nove per le categorie ‘ordinarie’ e 17-18 per le categorie ‘speciali’). Poi partirà il ‘censimento’ dei circa 66 milioni di immobili italiani, anche con l’obiettivo, come specificato nella delega, di fare emergere le ‘case fantasma’ ancora sconosciute al fisco.

Per quanto riguarda infine le accise sui tabacchi si attendono circa 200 milioni di gettito in piu’ a partire dal prossimo anno. Il governo avrebbe accolto le condizioni poste dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, acconsentendo a portare al 50% lo sconto per le sigarette elettroniche e i nuovi prodotti da inalazione senza combustione. Le nuove accise saranno operative dal 2015 e si potrebbero tradurre non solo in un maggiore incasso per l’erario, ma anche in un maggiore esborso per i fumatori, se i produttori (come e’ probabile almeno per i prodotti di fascia bassa), sceglieranno di riversare l’aumento sui consumatori. “Si tratta di un provvedimento equilibrato – commenta il sottosegretario Pier Paolo Baretta – che consente di gestire al meglio l’intera gamma dei prodotti che nel frattempo si sono affacciati sul mercato”.

Dal comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri 10 novembre 2014

COMMISSIONI CENSUARIE
Composizione, attribuzione e funzionamento delle commissioni censuarie (decreto legislativo – esame definitivo)

Su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo sull’istituzione delle nuove commissioni censuarie, primo passo per la riforma del catasto. Il d. lgs. attua l’articolo 2, comma 3 , lettera a) della legge 11 marzo 2014 n. 23 (legge delega per la riforma fiscale).

Le nuove commissioni censuarie locali sono 106 (secondo gli ambiti territoriali indicati nell’allegato al decreto) a cui si aggiunge la commissione censuaria centrale con sede a Roma che ha funzione di “supervisore”.

Alle commissioni censuarie locali, che si devono insediare entro un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo, spetta il compito, tra l’altro, di validare le funzioni statistiche determinate dall’Agenzia delle Entrate, che sono alla base della revisione del sistema estimativo del catasto dei fabbricati. Tali funzioni statistiche, in base alla legge delega, devono esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale, anche all’interno di uno stesso comune.

La Commissione censuaria centrale decide sui ricorsi dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni contro le decisioni delle commissioni censuarie locali in materia di qualità, classi e tariffe d’estimo dei terreni e in materia di categorie, classi e tariffe d’estimo dei fabbricati. Inoltre la Commissione centrale esercita poteri sostitutivi nel caso in cui le commissioni locali non provvedano alla validazione delle funzioni statistiche.

Sia le commissioni censuarie locali che quella centrale sono articolate in tre sezioni: una competente in materia di catasto dei terreni, una competente in materia di catasto urbano e un’altra specializzata in materia di revisione del sistema estimativo del catasto dei fabbricati (il numero delle sezioni può essere modificato con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze in relazione allo stato di attuazione della riforma del catasto).

La nomina dei componenti delle commissioni censuarie locali, 6 effettivi e 6 supplenti, spetta al Presidente del Tribunale nella cui circoscrizione ha sede la commissione, sulla base di designazioni fatte pervenire dall’Agenzia delle Entrate, dall’Anci e dal Prefetto. Faranno parte delle commissioni i rappresentanti delle amministrazioni coinvolte, magistrati, professionisti, docenti qualificati in materia di economia e di estimo urbano e rurale, esperti di statistica e di econometria. La composizione della commissione locale di Trento e Bolzano sarà integrata da un componente scelto tra i dipendenti di ruolo della Provincia autonoma.

La Commissione censuaria centrale prevede 25 componenti effettivi (di cui 4 di diritto) e 21 supplenti, più il presidente. Per i componenti di diritto (il direttore dell’Agenzia delle Entrate e 3 direttori centrali dell’Agenzia) non sono previsti i supplenti perché ad essi è riconosciuta la possibilità di conferire apposita delega per la partecipazione alle sedute. Le nomine degli altri componenti avviene con un decreto del ministro dell’Economia sulla base delle designazioni pervenute dall’Anci, dagli organi di autogoverno della magistratura e di alcuni ministeri.

Il decreto legislativo fissa i motivi di incompatibilità per i componenti delle commissioni censuarie: non possono essere componenti delle commissioni i parlamentari, i membri del governo e delle giunte regionali e comunali, soggetti che ricoprono incarichi direttivi o esecutivi nei movimenti politici, i prefetti. Tra i motivi di incompatibilità vi sono anche l’appartenenza alla Guardia di Finanza, ai Corpi di polizia, alle Forze armate, la rappresentanza di contribuenti nei rapporti con l’amministrazione finanziaria o con i Comuni nell’ambito di controversie tributarie.

I presidenti e i componenti delle commissioni censuarie durano in carica 5 anni, non rinnovabili, e il loro operato deve essere ispirato ai principi di terzietà, imparzialità e neutralità.

Allegato al decreto legislativo in materia di Commissioni Censuarie
SEDI DELLE COMMISSIONI CENSUARIE LOCALI

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