Il 70% dei dirigenti senza auto bluIl 70% dei dirigenti senza auto blu

Fonte: Il Sole 24 Ore

I direttori generali, i capi degli uffici legislativi e degli uffici stampa dei ministeri scendono dalle auto blu con autista, e lo stesso accade ai consiglieri di amministrazione e ai revisori dei conti negli enti pubblici non economici. Colpa della nuova stretta sulle auto di servizio della Pubblica amministrazione scritta nel Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Berlusconi e dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il 3 agosto scorso, e pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di mercoledì dopo la registrazione da parte della Corte dei conti. In totale, calcolano dal ministero, il 70% degli attuali vertici amministrativi ospitati sulle auto «blu blu» (cioè quelle in uso esclusivo e dotate di autista), perderanno il diritto a questo status symbol. Anche in una grande amministrazione pubblica come Inps o Aci, secondo le spiegazioni ministeriali, solo il presidente potrà continuare a spostarsi sulla “propria” auto blu, mentre gli altri dovranno nel caso ricorrere alle autovetture di servizio comuni dell’ente. Nei ministeri, il diritto rimane solo per ministri, viceministri e sottosegretari. La vigilanza tocca ai dirigenti che hanno responsabilità diretta su questa parte dell’organizzazione, e che secondo il Dpcm saranno chiamati a rispondere di responsabilità erariale e disciplinare in caso di abusi. La restrizione della platea è la prima tappa della dieta sulle autovetture di servizio prevista dalla manovra di luglio (articolo 2 del Dl 98/2011) e disciplinata dal nuovo Dpcm. Un complesso di misure che secondo le stime di Palazzo Vidoni (non riprodotte, però, nella relazione tecnica alla manovra) dovrebbero portare a risparmi consistenti, 900 milioni nel 2012-2014 e mezzo miliardo all’anno dal 2015. Numeri a effetto, basati però sul fatto che i costi su questo terreno continuano a essere imponenti: secondo l’ultimo monitoraggio della Funzione pubblica per gestire 72mila auto di servizio, divise in 2mila auto «blu blu» (sono quelle destinate agli “eletti”), 10mila auto «blu» (impiegate dai dirigenti apicali delle amministrazioni e dotate di autista) e 60mila auto «grigie» (vetture di servizio degli uffici, senza autista) si spendono 2 miliardi all’anno e si impegnano 126.190 persone (due ogni auto …). Nonostante i molti monitoraggi di questi anni, comunque, con il Dpcm parte un nuovo censimento su tutti i garage della Pa, che diventerà «permanente» per l’obbligo di comunicare a Palazzo Vidoni ogni novità. Il grosso dei risparmi arriverà con il progressivo rinnovo del parco auto, a partire dal fatto che la manovra di luglio impone per esempio alle auto di servizio di non superare i 1.600 cc di cilindrata. Oltre che sulla strada, Palazzo Vidoni vuole ora mettere ordine anche nel complesso delle leggi amministrative. Risponde a questo scopo il Ddl delega sulla codificazione delle norme sulla Pa, approvato ieri mattina dalla Camera. Un’iniziativa promossa dalla Funzione pubblica per «facilitare la consultazione delle leggi amministrative da parte di cittadini e imprese», un settore su cui la produzione degli ultimi anni è stata florida (sono 11, dalla riforma del pubblico impiego al Codice dell’amministrazione digitale, i principali provvedimenti dell’ultima legislatura).

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