Fisco, Periferia batte Centro

Le entrate locali in 10 anni sono aumentate di un quarto, quelle di pertinenza dell’Erario sono scese dell’1,5%. Lo rivela uno studio della Cgia Mestre. Ma i sindaci si attrezzano per ridurre la pressione fiscale. Anche con il Superenalotto

l 30 Agosto 2010
Modifica zoom
100%

Periferia batte Centro sul fisco. Negli ultimi 10 anni le entrate fiscali a livello centrale sono infatti diminuite dell’1,5%, quelle degli enti locali, invece, sono aumentate del 25,2%. È quanto emerge da una elaborazione della Cgia di Mestre, diffusa sabato scorso.
Tuttavia, precisa il segretario dell’Associazione degli artigiani di Mestre, Giuseppe Bortolussi , quella delle tasse locali è stata una crescita “molto più contenuta di quanto avveniva negli anni scorsi quando l’incremento, rispetto al decennio precedente, toccava punte superiori al 100%. Grazie alla stabilizzazione degli importi richiesti dagli enti locali ai propri cittadini e all’abolizione dell’Ici sulla prima casa avvenuta nel 2008, la crescita ha subito una brusca frenata”. In termini assoluti, sottolinea la Cgia, l’Amministrazione
Centrale, ha diminuito gli incassi passando dai 344,29 miliardi di euro del 1999 ai 339,24 mld del 2009. I dati, ricordano dalla Cgia, sono a prezzi costanti, ovvero al netto dell’inflazione e, per avere un raffronto con la crescita economica del Paese, basta osservare che il Pil, nello stesso periodo, è cresciuto del 9,1%. Le imposte locali, invece, sono passate dai 74,98 mld di euro del 1999 ai 93,88 mld del 2009. Pur costituendo solo il 21,6% del gettito complessivo, le tasse locali mantengono una crescita di tutto rispetto anche se tra il 2008 e il 2009 ( a fronte dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa) sono diminuite dell’11,1%.
“Sicuramente, -prosegue Bortolussi- molte amministrazioni locali continuano a mantenere alte le tasse sui propri cittadini e non sempre alle imposte pagate corrispondono dei servizi qualitativamente e quantitativamente accettabili”. “Tuttavia, va ricordato che negli ultimi anni, soprattutto i comuni – prosegue Bortolussi – hanno assunto un gran numero di nuove competenze e di nuove funzioni senza ricevere in cambio un corrispondente aumento dei trasferimenti, anzi. La situazione dei nostri conti pubblici a livello nazionale ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realtà amministrative locali che si sono ‘difese’ aumentando imposte e tasse locali”.
Ma in quadro tendenziale di incremento della pressione fiscale locale, non mancano casi di sindaci che, sia pure con sistemi alquanto originali, hanno messo nel mirino l’abbattimento delle tasse. È il caso del primo cittadino di Melito, una cittadina alleo porte di Napoli, che ha deciso di giocare al Superenalotto con fondi pubblici e, in caso di vittoria, abbattere o addirittura eliminare le tasse comunali. Antonio Amente, questo il nome del sindaco campano, ha organizzato il tutto in modo da far partire le giocate dal 2 settembre. Le scommesse andranno avanti a tempo indeterminato: con cinque euro di puntata alla volta, pari a 15 euro di spesa la settimana, il comune spenderà circa 800 euro l’anno. L’idea piace agli abitanti di Melito: a fronte di un modesto investimento di risorse (il Comune, spiega il sindaco, ha chiuso il bilancio con un attivo di 250mila euro) si ”rischia” di poter dire addio alle tasse locali.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento