Euro-normative federaliste

Fonte: Italia Oggi

Anche i comuni, le province e le comunità montane saranno parte attiva nelle decisioni relative alla formazione di atti normativi dell’Unione europea. Rappresentanti delle regioni, dell’Anci, dell’Upi e dell’Uncem, infatti, siederanno ai tavoli tecnici che dovranno predisporre i provvedimenti ascendenti o discendenti che regolano i rapporti tra l’Italia e l’Ue, laddove siano interessate materie di propria competenza. È quanto prevede il ddl di riforma della Comunitaria, già approvato in via preliminare dal consiglio dei ministri (si veda ItaliaOggi del 13 maggio e del 17 giugno 2010) e ora esaminato dal preconsiglio, come modificato a seguito del parere favorevole della Conferenza unificata. Le proposte di regioni, Anci, Upi e Uncem, finalizzate a una maggiore rappresentanza nelle decisioni, sono state quasi tutte accolte. È stato invece bocciato l’emendamento sulla c.d. «cedevolezza», così come tutte le proposte relative agli aiuti di Stato, trattandosi di materia (la concorrenza appunto) di competenza esclusiva statale. Le regioni hanno altresì chiesto (e ottenuto) la previsione di un contingente di sei esperti regionali da distaccare presso il Dipartimento per le politiche Ue di palazzo Chigi. Inoltre, rispetto al testo approvato a giugno dal cdm, è stato aggiunto un articolo relativo al programma di attuazione della strategia «Europa 2020», già contenuto nella ora abrogata legge n. 11/2005. Le altre novità recate dal ddl promosso dal ministero delle politiche comunitarie riguardano la disciplina degli aiuti di Stato: per il recupero degli aiuti illegittimi si metterà in moto Equitalia, che potrà avviare la riscossione sulla base del titolo esecutivo costituito dal decreto ministeriale che impone al beneficiario la restituzione dell’aiuto. Per quanto riguarda le controversie, il ddl assegna competenza esclusiva ai giudici amministrativi, atteso che, come precisa la relazione illustrativa, «dal monitoraggio effettuato sul contenzioso nazionale relativo al recupero degli aiuti di Stato illegali è emerso che i procedimenti instaurati di fronte alle Commissioni tributarie ed al giudice civile hanno tempi nettamente superiori rispetto ai procedimenti instaurati di fronte ai tribunali amministrativi regionali». Cambia anche il processo di formazione della legge Comunitaria, che viene «spacchettata» in due distinti provvedimenti annuali: la legge di delegazione europea e la legge europea. La prima, da presentare al parlamento entro il 28 febbraio di ogni anno, conterrà esclusivamente deleghe legislative e autorizzazione all’attuazione in via regolamentare; la seconda, invece, che potrà essere presentata alle camere anche separatamente, recherà disposizioni di attuazione diretta, ossia norme modificative o abrogative di disposizioni in contrasto con gli obblighi comunitari o oggetto di procedure di infrazione. La ratio di tale sdoppiamento, precisa l’esecutivo, è quella di consentire al governo di disporre in tempi brevi delle deleghe necessarie al recepimento degli atti dell’Ue. Accorpando il tutto nella Comunitaria, le lungaggini dell’iter parlamentare hanno determinato negli ultimi anni «un sensibile ritardo nell’adeguamento alla normativa comunitaria, con conseguente avvio di numerose procedure di infrazione». Rallentamento che, peraltro, era imputabile «proprio alle disposizioni diverse dal semplice conferimento di delega legislativa». Enti creditizi. Collegi di supervisori e collaborazione con le autorità di controllo degli altri Stati per la Banca d’Italia, per agevolare l’esercizio della vigilanza nei confronti di gruppi bancari e finanziari cross-border. È quanto prevede lo schema di dlgs che attua la direttiva 2009/111/CE, anch’esso all’esame del preconsiglio. Il provvedimento contiene norme volte alla valorizzazione degli obblighi di cooperazione tra autorità di vigilanza e alla standardizzazione delle regole e delle prassi di supervisione, anche con riferimento ai casi di crisi finanziaria.

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