Duecento sindaci contro Tremonti “Ora sblocchi i cantieri di lavoro”

Fonte: Repubblica, Palermo

Sono arrivati in più di 200 da tutta l’isola rispondendo all’invito dell’assessore regionale al Lavoro, Nicola Leanza, per chiedere al governo nazionale lo sblocco dei cantieri regionali di lavoro: oltre 1750 quelli previsti, per circa 40 mila posti (38 mila da operaio, 2000 per tecnici e progettisti) e 3 milioni di giornate lavorative. Proprio come qualche mese fa per la stabilizzazione dei precari degli enti locali, i sindaci o i loro delegati sono venuti in città da comuni piccoli e grandi di ogni provincia dell’Isola. Di nuovo insieme. Per denunciare la crisi patita dalle amministrazioni locali e per firmare, uniti, e con il governo regionale una lettera-appello da indirizzare al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai Ministri Giulio Tremonti e Raffaele Fitto, titolari dell’Economia e del Par Fas, il programma di spesa dei fondi per le aree sottoutilizzate. E chiedere il via libera dell’accordo di programma «da giugno fermo al ministero dell’Economia in attesa della firma del dirigente». Un’intesa istituzionale forte da cui si tira fuori a voce alta solo il Comune di Palermo, che già mesi addietro aveva rinunciato alla possibilità di avviare i cantieri per non «creare nuovo precariato». Ma tant’è. In tre pagine, nel documento firmato da sindaci e assessore regionale al Lavoro si ripercorre la storia degli ultimi mesi. A cominciare dalla scelta da parte del parlamento siciliano di approvare con la legge 6 del 2009 un «piano straordinario di finanziamento» da sostenere con la linea di azione «7.1 del Par Fas 2007 – 2013». Circa 220 milioni destinati a opere, ricorda Leanza, di «pubblica utilità: dal ripristino e messa in sicurezza di spazi per il ritrovo di giovani o anziani, di scuole o palestre, al risanamento di viali, fontane e aree pubbliche». Ma anche «per realizzare nuove infrastrutture come tratti stradali, parcheggi e piazze». «L’uf-ficio del dipartimento Lavoro ha esaminato e istruito i progetti presentati dai Comuni già ad aprile – dice l’assessore Leanza – Adesso tutto resta subordinato alla sottoscrizione dell’Apq “Ri-qualificazione Urbana nei Comuni siciliani” il cui schema già da giugno è stato condiviso in sede tecnica con il ministero per lo Sviluppo economico». Insomma, denuncia in maniera esplicita: «Manca solo la firma del direttore generale del ministero dell’Econo-mia». Per ogni progetto è previsto un finanziamento «di circa 110 mila euro», si legge nella lettera. Ma soprattutto: «l’iniziativa si prefigge di ridurre di due punti i tassi di disoccupazione nell’intero territorio regionale mediante l’avvio immediato di opere che per la loro semplicità potranno essere realizzate in poco tempo». Una cosa è certa: il clima tra i sindaci è teso. «Siamo alle solite, il problema è politico. Questo governo regionale deve fare chiarezza al suo interno e recuperare la giusta interlocuzione istituzionale con lo Stato. Così non si va avanti», esordisce Cateno De Luca, deputato regionale del gruppo misto, ex Mpa e sindaco di Fiumedinisi (Messina) che chiede conto anche delle risorse europee non spese. «È chiaro che al centro c’è una questione politica. Prendiamo atto che l’Autonomia regionale non serve», incalza Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa. «Questo intervento ha un’importanza fortissima per la tenuta sociale nei territori», sottolinea invece Luigi Miceli, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Tusa, nel messinese. I numeri gli danno ragione: «quasi 100 mila disoccupati – si legge nella lettera – hanno presentato istanza per essere inclusi nelle graduatorie per i cantieri lavoro già definite e pubblicate». Come dire, l’attesa è alta. «Per questo – aggiunge Santo Inguaggiato, sindaco di Petralia Sottana sulle Madonie – bisogna che a fare pressing sul governo nazionale siano anche i parlamentari del-l’Ars e tutti i deputati e senatori siciliani a Roma. Al di là delle appartenenze politiche». «Se necessario – rilancia Paolo Pilato, sindaco di Grotte (Agrigento) – siamo pronti anche ad andare a Roma». «Forse nella capitale non hanno idea di quale crisi stiamo vivendo – dice Giovan Battista Guttadauro, consigliere a Isola delle Femmine – Ogni settimana nel nostro paese facciamo collette per le famiglie bisognose. Siamo di fronte ad una vera emergenza sociale».

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