Digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione italiana

È disponibile la Relazione sull’attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione italiana. All’interno del documento viene offerta una panoramica sulla dimensione immateriale, il quadro conoscitivo normativo e l’Agenda Digitale nel nostro Paese, soffermandosi anche sulla analisi della spesa per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, con un focus dedicato alle criticità della digitalizzazione in Italia.
Come sui legge in sede di capitolo introduttivo alla Relazione “Da anni l’Italia si trova in coda alla classifica del Digital Economy and Society Index (DESI), l’indice che analizza la connettività, il capitale umano, l’uso di Internet, l’integrazione degli strumenti digitali in ambito aziendale e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. L’ultima rilevazione posiziona il nostro Paese al 25° posto. Sul DESI dovrebbero basarsi le politiche di tutti gli Stati membri in materia di digitalizzazione e connessione, con la creazione di agende comunitarie e locali per lo sviluppo coerente di sistemi di connessione e connettività che possano competere con il resto del mondo. Come evidenziato nel Rapporto sull’e-government 2017, una migliore diffusione dell’e-government in linea con quella media dell’area euro permetterebbe di aumentare la crescita reale del PIL italiano, a parità di spesa pubblica nominale, di mezzo punto percentuale. L’Italia, in questo quadro, vive in un grande paradosso. Se la popolazione sembra essere attratta dal mondo digitale e dalle modalità di interazione a distanza, allo stesso tempo l’utilizzo dei servizi digitali nella vita di tutti i giorni è relativamente scarso. Nel nostro Paese si riscontra un’altissima diffusione di dispositivi mobili, tant’è che sono attivi poco meno di 1,3 abbonamenti per abitante.
Gli italiani sembrano quindi essere particolarmente attenti alla tecnologia e al suo utilizzo per rimanere in contatto con il mondo esterno, grazie all’utilizzo dei social network. Quando, però, si passa a considerare l’uso del digitale per svolgere funzioni diverse dalla pura comunicazione lo scenario cambia drasticamente. I soggetti che acquistano beni e servizi tramite il web sono pari ad appena il 26 per cento, contro una media europea del 53% Il valore dell’e-commerce tra imprese e consumatori in Italia, stimato nel 2015 in circa 21 miliardi di euro, è pari ad appena il 3,6 per cento del mercato europeo, contro una quota dei consumi delle famiglie italiane, effettuati attraverso tutti i canali di acquisto possibili, pari al 12%”.

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