Def 2024: l’approvazione in Consiglio dei ministri

All’interno solo previsioni tendenziali dell’economia. Le dichiarazioni del ministro Giorgetti: “Debito pubblico condizionato dai riflessi del superbonus”

10 Aprile 2024
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Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha approvato ieri il Documento di economia e finanza (Def) 2024. Come si può leggere nel comunicato del Consiglio dei ministri n. 76, “in considerazione della necessità di attendere la conclusione dell’iter di approvazione delle nuove regole di programmazione economica dell’Unione Europea, che introducono il Piano fiscale-strutturale di medio termine quale strumento per l’indicazione degli obiettivi di legislatura, il Def non riporta il profilo programmatico. La tempistica stabilita nelle norme transitorie prevede che il Piano sia approvato entro il 20 settembre prossimo. A legislazione vigente, gli andamenti sono sostanzialmente in linea con il profilo programmatico della NaDef 2023. Il Def contiene inoltre il valore delle politiche invariate”.

Un Def anomalo

“Il debito pubblico in risalita previsto dal Def”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa di ieri, “è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni” ma dopo il 2026 “comincerebbe a scendere”. Il ministro ha anche sottolineato, tra l’altro, che l’obiettivo politico del governo in vista della prossima Legge di Bilancio è “replicare il taglio del cuneo anche nel 2025”. “Nel Def” ha aggiunto “continua ad andare bene anche l’occupazione, prevediamo un tasso di disoccupazione in costante diminuzione”.
Il Def 2024 si configura in effetti quest’anno come anomalo: incentrato esclusivamente sulle previsioni economiche tendenziali, eludendo l’effetto delle future misure governative sul PIL e sul debito pubblico. Questo approccio segnala una mancanza di definizione degli impegni precisi per il 2025, soprattutto riguardo al finanziamento delle iniziative in scadenza fine 2024, che comprendono importanti tagli fiscali e riforme dell’IRPEF. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, pur sottolineando la priorità di mantenere tali misure, è rimasto vago in conferenza stampa sulle eventuali soluzioni concrete, rimandando decisioni chiave a settembre, in attesa delle nuove direttive del Patto di stabilità e crescita europeo. Questo stato di incertezza solleva interrogativi su come il Governo affronterà la sfida di bilanciare promesse elettorali con la sostenibilità fiscale, senza compromettere la stabilità economica del paese.

Il futuro del Def

Ricordiamo che Il Def approvato ieri sarà l’ultimo in questo formato. La riforma della governance economica europea (ancora in via di approvazione) si baserà, infatti, su un nuovo documento, il Piano fiscale strutturale di medio periodo che indicherà gli obiettivi programmatici di legislatura. La tempistica stabilita nelle norme transitorie prevede che il Piano sia approvato entro il 20 settembre prossimo. In attesa di queste tempistiche e della definizione della traiettoria di riferimento per la spesa primaria netta (nuovo indicatore univoco alla base della nuova governance) il Def non riporta il profilo programmatico. Tuttavia, è bene precisare che, a legislazione vigente, gli andamenti sono sostanzialmente in linea con il profilo programmatico della NaDef 2023. Il Def contiene, inoltre, il valore delle politiche invariate.

>> IL COMUNICATO DEL CDM n. 76.

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