Il decreto sviluppo andrà in Consiglio dei Ministri il 13 o 14 ottobre: lo ha confermato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta in margine all’Assemblea di Confitarma alla quale ha portato il saluto del Governo. E sui contenuti del provvedimento si affastellano, come sempre accade, auspici e anticipazioni. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, auspica ad esempio che la deroga al Patto di stabilità interno per il comune di Milano per gli investimenti per l’Expo 2015 sia inserita nel decreto. Lo ha detto lo stesso governatore a margine di un’audizione in Commissione lavori pubblici del Senato. “Mi auguro – ha affermato Formigoni – che già in sede di decreto sviluppo ci possa essere un comma che va in questa direzione”. Anticipazioni e auspici arrivano anche dal Ministro dell’innovazione e della p.a. Renato Brunetta, che in una lettera al collega dell’Economia Giulio Tremonti ricorda: “Anche su mia iniziativa è stata inserita nella manovra finanziaria di luglio una misura diretta a riavviare la dismissione del patrimonio residenziale pubblico introdotta dall`articolo 13, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008 e sospesa a seguito del noto contenzioso costituzionale. Al riguardo ritengo opportuna anche una disposizione che consenta alle Regioni e agli enti locali di utilizzare, in deroga alle regole ordinarie sul Patto di stabilità e a soli fini di investimento, i proventi delle dismissioni. Ti chiedo pertanto – conclude Brunetta – di condividere preventivamente le iniziative normative che vorrai assumere su questa materia”. Oggi intanto alle ore 13,00 è previsto un vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli per discutere i provvedimenti per lo sviluppo. Al tavolo partecipano tutti i capigruppo della maggioranza. Ieri il Ministro degli esteri, Franco Frattini, intervenendo al convegno promosso dall’associazione ‘Fare Italia’, ha fissato dei paletti ben precisi in vista del varo del d.l. Con una stoccata alla Lega sul fronte delle municipalizzate. Il prossimo decreto sullo sviluppo – ha detto – deve contenere vere misure a favore della crescita, tra cui privatizzazioni, dismissioni e anche riforma delle pensioni. Non deve invece essere un semplice “contenimento ragionieristico dei conti dello Stato. Il nostro dovere è fare anche autocritiche serie per non nascondere i meriti di ciò che abbiamo fatto”. Dunque, “non dobbiamo dire né far credere che si possano fare riforme senza un impegno vero per lo sviluppo. Non ci si può limitare al contenimento ragionieristico dei conti. Le istituzioni internazionali – insiste Frattini – ci hanno chiesto misure per la crescita e la crescita non può essere uno slogan”. Al contrario, “servono iniziative coraggiose: già da tempo avremmo dovuto fare le privatizzazioni e la dismissione del patrimonio pubblico”. Così come “non può essere un nostro alleato a dire che non si possono privatizzare le aziende locali”. Infine, per Frattini è necessario anche intervenite sulle pensioni, “preferisco definirla anziché riforma un riequilibrio generazionale. Sarebbe un’ingiustizia non farlo”.
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