Decreto Mezzogiorno, il via libera definitivo della Camera

La Camera dei deputati ha approvato il Decreto Mezzogiorno con 276 sì e 121 no. Il provvedimento, già licenziato dal Senato, è ora diventato legge. Nel pomeriggio di martedì l’Aula di Montecitorio ha confermato la fiducia (con 318 voti a favore e 153 contrari) chiesta dal governo alla Camera sul testo approvato a Palazzo Madama, che non ha dunque subito modifiche. Il provvedimento si è arricchito di diverse novità nel passaggio in commissione in Bilancio l Senato, dalla platea della misura “Resto al Sud” al “salvataggio di operatori di servizio bus come Flixbus.
Nello specifico, si prevede un finanziamento fino a 1.250 milioni di euro dedicati ai nuovi giovani imprenditori under 35, con la misura “Resto al Sud”. Sono previsti, inoltre, circa 200 milioni di euro per le Zone Economiche Speciali (Zes) e 40 milioni di euro per favorire le politiche attive del lavoro nel Mezzogiorno. In generale, il Decreto introduce disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno e il cuore del decreto è “Resto al Sud”. Inoltre, il Decreto Sud (o Decreto Mezzogiorno) istituisce le Zone Economiche Speciali, la banca delle terre abbandonate, la classificazione dei rifiuti e la messa in sicurezza delle scuole. Il Decreto Sud era già in vigore, dal 22 giugno: è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 20 giugno, il “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, approvato dal Consiglio dei ministri il 9 giugno. Fa seguito al decreto legge 243/2016 con cui sono stati aumentati gli incentivi agli investimenti industriali. Tra le modifiche più importanti al testo varato dal Governo affiora innanzitutto l’ulteriore proroga dell’iperammortamento che sposta in avanti di due mesi (dal 31 luglio al 30 settembre 2018) il termine entro cui devono essere effettuati gli investimenti in beni strumentali ad alto contenuto tecnologico per la digitalizzazione della produzione secondo il modello di Industria 4.0 in modo da poter sfruttare l’agevolazione. Un’altra modifica dell’ultim’ora riformula diverse proposte presentate per le aree del Centro Italia colpite lo scorso anno dal terremoto: in particolare vengono stanziati ulteriori 100 milioni a valere sui Fondi europei per la rimozione delle macerie.

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