Cura dimagrante per la regione

Fonte: Il Sole 24 Ore Sud

PALERMO – La regione siciliana blocca la spesa e vara una manovra all’insegna del rigore. Dopo la presentazione in giunta del Dpef e l’approvazione della legge finanziaria, l’assessore all’Economia Gaetano Armao ha incontrato i responsabili delle organizzazioni sindacali per ribadire che «questi due documenti sono orientati esclusivamente al risanamento perché dobbiamo riallineare i conti come ci impone l’Europa: i conti vengono prima della politica». Uno dei punti qualificanti, secondo Armao, è quello che prevede il taglio del 30% alle voci dei singoli capitoli di bilancio, con un risparmio possibile di circa 700 milioni, «affidando – dice – agli assessori l’individuazione dei rami secchi». Ma Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, resta preoccupato per la situazione della finanza regionale. Il blocco dei pagamenti disposto dal governo guidato da Raffaele Lombardo è, per l’imprenditore, «l’ultimo preoccupante sintomo di una situazione di cassa precaria». Secondo gli ultimi dati il disavanzo sarebbe di 4,6 miliardi ma secondo alcuni il “buco” sarebbe ancora più alto visto che in bilancio sono riportati 14 miliardi di residui attivi che non potranno mai essere interamente riscossi. Per il numero uno degli industriali siciliani «bisogna ripartire dalla formazione, che in questi anni è servita solo a tenere in piedi clientele e non ha formato nessuno» e riconsiderare il tema della stabilizzazione dei precari, distinguendo tra le diverse posizioni: «La Regione – spiega – già paga 100mila stipendi pur avendo con 20mila dipendenti, che sono comunque già troppi». La nuova Finanziaria regionale prevede il taglio del 10% delle indennità e dei gettoni di sindaci, assessori e consiglieri comunali. Ai comuni è fatto «obbligo di dismettere le partecipazioni in società, fondazioni, enti, istituzioni ed organismi, eccetto quelle imposte dalla legge». Altre norme mirano a «limitare i compensi agli organi delle società e fondazioni partecipate»: vengono ridotte del 20% le indennità dei componenti delle giunte e dei presidenti dei cda. Abolito ogni compenso per gli organi di consorzi e unioni dei comuni e per i componenti dei consigli circoscrizionali, che saranno «gradualmente aboliti con decorrenza dalla prima tornata elettorale utile», ad eccezione di Palermo, Messina e Catania. Tagli in vista anche per gli uffici di gabinetto regionali che non potranno avere più di due esterni (oggi sono 16 componenti e fino a tre esterni). Previsto anche il blocco dei rinnovi dei contratti dei regionali per il periodo 2010/2013 e la riduzione dei trattamenti economici superiori a 110mila euro. Saranno inoltre ridotte del 30% le spese per studi e incarichi di consulenza in «istituti e aziende agenzie, consorzi, organismi, società a totale o maggioritaria partecipazione della Regione, enti regionali o che ricevono trasferimenti diretti da parte della Regione». Sono abrogati, inoltre, «i permessi e le indennità a carico delle pubbliche amministrazioni ed è sancito il principio che li restringe all’effettiva durata delle riunioni». Aumenteranno del 60 per cento, invece, dei canoni di concessione demaniale. «Le cifre della manovra – ha spiegato Armao – sono dovute alle minori entrate, causate dalla crisi economica e dai tagli dei trasferimenti statali che peseranno per 170 milioni nel 2010 e 250 milioni nel 2011». La situazione finanziaria ha già provocato il blocco delle erogazioni. Un blocco contestato da tutti. A cominciare da Assoconfidi Sicilia, che denuncia lo stop all’erogazione di 60 milioni di euro di contributi per abbattimento interessi destinati a circa 70 mila imprese siciliane. Si tratta di 40 milioni a disposizione dell’assessorato Attività produttive che si riferiscono al periodo 2003/2006, e di 20 milioni dell’assessorato all’Economia che riguardano il periodo 2007/2009. «L’assessore Marco Venturi si è impegnato ad emanare entro 10 giorni i decreti e i mandati di pagamento per i contributi per abbattimento interessi degli anni pregressi destinati a circa 70mila imprese siciliane. Di fronte questo impegno, manteniamo lo stato di mobilitazione ma sospendiamo la manifestazione dei prevista per domani a Palermo».

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