Costi della politica: giovedì decreto taglia spese in C.d.M.

Tempi duri per la politica: il Governo decide di intervenire e si accinge ad approvare giovedì un decreto-legge taglia spese. Nel mirino regioni, province, comuni e tutti gli enti collegati. Indennità, rimborsi, benefit, contributi pubblici ai gruppi saranno tra le voci che più dovrebbero rientrare nel dossier, che però potrebbe anche puntare a ridurre il numero di consiglieri e assessori. Bisognerà vedere quali misure saranno ritenute prioritarie ed entreranno quindi nel provvedimento d’urgenza e quali richiederanno di essere maggiormente discusse.
Secondo quanto si apprende da fonti di governo, il decreto-legge potrebbe varare una stretta su tutti i capitoli che hanno effetti finanziari (vedi emolumenti) mentre per quanto riguarda la consistenza di giunte e consigli il meccanismo sarebbe più complesso. Una via d’uscita potrebbe essere quella di utilizzare un pacchetto di misure volute da Tremonti ma rimaste lettera morta: le amministrazioni locali sarebbero dunque semplicemente richiamate a rispettare quanto già previsto dalla legge.
Altro capitolo, poi, riguarderebbe quello delle regioni a statuto speciale: per fare in modo che queste possano rientrare nel d.l. si potrebbero fissare dei tetti di spesa ai quali queste dovrebbero attenersi. Le regioni intanto rassicurano l’Esecutivo circa la loro lealtà: qualora il decreto recepisse le cinque proposte avanzate negli scorsi giorni non vi saranno ricorsi, anche laddove fosse possibile. Diverso sarebbe se invece il Governo volesse ampliare il raggio d’azione: l’invito in questo caso è a “parlarne”. Prima, s’intende, del varo in C.d.M. In questo caso, infatti, “siamo pronti – dice il presidente della Lombardia Roberto Formigoni – a discuterne”.
E anche i partiti si dicono d’accordo con la sterzata pro-austerità: “Si facciano i tagli in pochi giorni”, è l’auspicio di Bersani che invita però ad avere una visione di ampio respiro e a riformare l’intero “sistema delle autonomie”. Quanto sta accadendo oggi “dimostra – è la tesi anche del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini – che bisogna essere molto cauti prima di scassare lo Stato centrale per buttarsi verso un federalismo degli sprechi”.
Che la scure del Governo possa riguardare dunque non solo le regioni ma anche province, comuni ed enti è quanto sembra suggerire anche il segretario del Pdl Angelino Alfano: “Credo – dice – che gli enti non virtuosi le cui funzioni possono essere sostituite da altri debbano essere chiusi”. Aumentare i controlli, renderli “più stringenti” è una necessità, evidenzia d’altro canto il Ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri. Allo stesso tempo, sottolinea però in linea con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, non bisogna cedere alle generalizzazioni. Il vero problema dell’Italia, chiosa il vicepresidente del Csm Michele Vietti, è che “ci sono troppe persone che vivono solo di politica”.

Le dichiarazioni del Ministro Passera
“Bisogna premiare le amministrazioni virtuose, commissariare sul serio quelle che non lo sono per rimetterle a posto. È necessario ripensare e organizzare meglio il federalismo, perché federalismo vuol dire anche evitare cose come quelle che si leggono e si vedono in questi giorni”. Lo ha detto il Ministro a una domanda sull’accusa di un mancato intervento del Governo in merito agli scandali che interessano le regioni agli Stati generali della Lega a Torino. “Certamente la nostra è una riforma a metà, molte regole non sono state fissate”, ha aggiunto Passera. “i controlli non sono adeguati e i meccanismi di certificazione sui bilanci non sono ancora diventatI regola. Puntare su un federalismo più funzionante vuol dire anche a rispondere questi problemi. Il Governo – si è impegnato – farà quello che deve fare. La politica e i partiti devono fare la loro parte e organizzare meglio il federalismo”.
Della stessa idea il Ministro della giustizia, Paola Severino, che dal palco di un convegno organizzato a Courmayeur sui temi della corruzione e dell’antiriciclaggio così ha commentato le notizie riguardanti l’utilizzo dei fondi dei consigli regionali: “La gravità dei fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti induce ad alcune riflessioni e anche ad un rafforzamento dell’apparato di prevenzione e di sanzione. Quanto sta emergendo dai consigli regionali ci dice che siamo nella direzione giusta. Da questo punto di vista è confortante sapere che con una legislazione più rafforzata questi fenomeni potranno essere combattuti meglio”.

Elezioni in Lazio
Intanto dal Ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, arriva chiaro l’invito per la Regione Lazio a votare entro dicembre. “Abbiamo fatto approfondimenti tecnici – ha detto la Cancellieri – l’indicazione è quella di rispettare il termine dei 90 giorni. Ci sono conflitti tra le norme nazionali e lo statuto della regione, c’é il precedente delle scorse elezioni. Tuttavia il parere dell’Avvocatura dello Stato ci fa intendere che tutto deve avvenire entro il terzo mese. Però – ha ribadito – è una scelta che spetta alla Regione Lazio e non al Ministero”, che, comunque, metterà a disposizione della regione collaborazione e consulenza tecnica. L’esigenza di votare entro dicembre, secondo il Ministro dell’interno, non è però soltanto un modo per osservare le norme, perché si tratta anche di rispondere “ad un’esigenza di tipo operativo, prima si va alle elezioni e meglio è, anche perché per le regioni non è previsto il commissariamento”. Votare in dicembre, inoltre, per cercare di scongiurare un pericolo come quello di dare alla disaffezione fra gli italiani e la loro classe politica una nuova arma per autoalimentarsi.

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