Comuni: nuovi criteri di calcolo delle capacità fiscali?

di ALESSANDRA VILLA

È vivace il dibattito politico sulla manovra di finanza pubblica autunnale sulla quale pesano, tra le altre cose, le incertezze strutturali del quadro di finanza locale. In questo breve scritto, ci si riferisce al mantenimento (chiesto dai Sindaci) del criterio di perequazione del quale viene chiesto lo stralcio del criterio storico a vantaggio di quelli standard.
In sostanza, i sindaci chiedono di sbloccare le aliquote dei tributi (che inciderebbero sul fondo di solidarietà per il 55% e non il 40% attuale) fissate nel 2014 e non più riviste.
Sotto il profilo quantitativo si tratta di poco più di un miliardo (oggi le risorse destinate ammontano a 753,9 milioni di quest’anno) che abbandonerebbero il criterio storico per seguire i criteri standard.
Il percorso di determinazione dei fabbisogni standard inizialmente finalizzato al superamento della spesa storica e, poi, intaccato dai gravissimi tagli operati sui bilanci comunali richiede – e ANCI lo sollecita da tempo – la ridefinizione di risorse, obiettivi e finalità che, va da sé, tenga conto della riduzione di risorse intercorsa negli anni ed altresì del blocco ormai di due anni della leva fiscale.
In attesa della revisione del criterio di calcolo cui si è fatto cenno, in verità, il criterio di calcolo dei fabbisogni standard ha subito (lievi) correzioni a seguito dell’intervento promosso da ANCI e dall’Istituto per la finanza e l’economia locale che ha determinato, nell’arco temporale 2015-2016, un incremento delle risorse destinate ai Comuni di minore dimensione. Tale effetto è stato, però, vanificato da altri eventi legati alla riduzione degli strumenti di mitigazione delle penalizzazioni e dalla minor dotazione finanziaria disponibile passata dai 49 milioni di euro del 2016 ai 35 milioni del 2017.
La “partita” ad ogni buon conto si giocherà in autunno nel contesto di un quadro politico incerto e di un assetto finanziario caratterizzato da importanti incertezze strutturali

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