Compartecipazione Iva per ora sul gettito regionale

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Sul filo della sirena il fisco municipale cambia ancora. Nel testo che ha ottenuto ieri l’ok definitivo di Palazzo Chigi e che si prepara a sbarcare in Gazzetta ufficiale hanno trovato spazio due novità: la compartecipazione Iva andrà calcolata usando i dati regionali corretti con gli abitanti comune per comune; la stretta sulle case fantasma scatterà dal 1° maggio. Due precisazioni parecchio attese, specie la prima. Come forse si ricorderà, la scelta di attribuire ai sindaci una compartecipazione Iva è entrata nel decreto al posto dell’Irpef il giorno prima che la bicamerale si pronunciasse sul decreto per vincere le resistenze del finiano Mario Baldassarri. Senza peraltro riuscirci visto che l’esponente di Fli alla fine ha confermato il suo no e in commissione il 3 febbraio è finita 15 a 15. La fretta con cui si è virati dall’imposta sui redditi a quella sui consumi ha peraltro impedito di precisare sia l’aliquota che l’ambito della compartecipazione (si veda Il Sole 24 Ore di lunedì 28 febbraio). Almeno quest’ultimo aspetto è stato chiarito. Dopo aver specificato già in sede di invio in parlamento del decreto per l’illustrazione alle Camere che, nel determinare l’Iva, si sarebbe preso a «riferimento il territorio su cui si è determinato il consumo che ha dato luogo al prelievo», il testo ha recepito le indicazioni contenute nella risoluzione di maggioranza su cui il governo ha posto e incassato mercoledì la fiducia di Montecitorio. E cioè che, in attesa di avere i dati su base provinciale, l’assegnazione del gettito dell’Iva per ogni comune «potrà avere luogo sulla base del gettito di tale imposta per regione, suddiviso per il numero degli abitanti di ciascun comune». In pratica verranno utilizzati i risultati del quadro Vt delle dichiarazioni dei redditi che consentono di conoscere la regione di appartenenza dell’impresa che versa l’Iva e poi corretta con il pro capite fino al livello comunale. Fermo restando che, a regime, si arriverà a determinare il gettito Iva provincia per provincia. La strada per riuscirci, come emerso martedì in seno alla commissione tecnica paritetica (Copaff) guidata da Luca Antonini, potrebbe essere quella di escludere le aziende multimpianto (che per loro natura pagano l’imposta in più regioni) e utilizzare per tutte le altre i versamenti con i modelli F24. Così facendo si riuscirebbe a determinare con una certa precisione l’Iva provinciale e poi, grazie al pro capite, scendere giù fino ai municipi. Dunque, né nella fase transitoria né a regime, si ricorrerà ai consumi censiti dall’Istat che a detta di tutti pagano lo scotto di non tenere conto dell’evasione fiscale. Al punto da presentare una sperequazione sul territorio che in alcuni casi supera quella ascrivibile all’Irpef. L’altra new entry ha interessato il giro di vite case fantasma. Per incentivare i sindaci a partecipare alla lotta anti-evasione il dlgs quadruplica le sanzioni per i proprietari di un immobile sconosciuto al fisco che non si autodenuncino entro i termini, attribuendo alle casse comunali il 75% di quanto recuperato. Per adeguarsi al milleproroghe, che ha spostato dal 31 marzo al 30 aprile la dead line per la regolarizzazione, è stata aggiornata la data da cui partirà la stretta sanzionatoria: non più il 1° aprile, bensì il 1° maggio.

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