di LUIGI OLIVERI (da ItaliaOggi)
Ritorno di fiamma delle collaborazioni nella PA. Il Conto annuale 2024 evidenzia un ritorno al passato, quando era estremamente ampia e diffusa l’abitudine delle amministrazioni di assegnare a professionisti terzi o, comunque, a persone non aventi un rapporto di lavoro subordinato, incarichi di “collaborazione” di varia natura: da quelli di prestazione professionale alle moltissime collaborazioni coordinate e continuative.
Nel 2023 i contratti di collaborazione, come si evince dal Conto annuale, sono stati 56.038., contro i 34.947 del 2022; ma anche negli anni tra il 2014 e il 2021 gli incarichi erano stati di gran lunga inferiori, con un massimo di 41.646 nel 2021 e un minimo di 25.864 nel 2019. Dal 2007 in poi il legislatore ha introdotto una serie di misure per contenere il numero degli incarichi esterni. Di particolare impatto è stata l’introduzione nell’ambito della PA del divieto di attribuire collaborazioni coordinate e continuative, mediante l’introduzione nell’articolo 7 del d.lgs. 165/2001 del 5-bis, norma simmetrica all’abolizione delle collaborazioni coordinare e continuative in mono committenza nel privato.
Fermo restando che ancora moltissime amministrazioni configurano come collaborazioni coordinare e continuative le collaborazioni, la nuova esplosione registrata nel 2023 si può spiegare con la normativa post-Covid connessa al Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella quale sono presenti molte deroghe proprio all’articolo 7, comma 5-bis, del d.lgs. 165/2001.
Nello specifico, il comparto Funzioni Locali è passato da 1.451 collaborazioni nel 2022 a 14.190 nel 2023: un aumento di 10 volte, un unicum tra gli altri comparti. La spesa è aumentata con l’andare del tempo, passando dai 458,01 milioni del 2014 ai 548,97 del 2023; ma, nel 2021 vi fu un picco di 660,58 milioni. Naturalmente, la spesa per i contratti di lavoro autonomo non è connessa solo alla loro quantità, ma anche all’intensità e qualità dell’attività richiesta.
Diversa è la sorte degli incarichi di lavoro autonomo o libero professionali, connessi con molta evidenza a specifiche contingenze e, quindi, molto volatili nel corso degli anni: Gli incarichi libero-professionali, invece, nel 2023 registrano una caduta: 51.027, il minimo dal 2014, decennio nel quale il numero massimo si è raggiunto nel 2023, con 93.407 incarichi. Una sequenza costante di questo genere di incarichi, più agevolmente riferibili alle prestazioni d’opera intellettuale, ovviamente non si può pretendere, perché dipende da fabbisogni fortemente mutevoli nel tempo.
Oltre tutto, la fattispecie degli incarichi libero professionali, per intendersi quelli destinati ad avvocati, ingegneri, commercialisti e professionisti ordinistici, è da molto tempo oggetto di indicazioni contraddittorie. Sebbene i vari codici dei contratti pubblici e da ultimo anche il d.lgs. 36/2023 qualifichino le prestazioni di detti professionisti come appalti di servizi, alla luce della qualificazione come operatore economico anche di chi renda personalmente la propria attività, senza un’organizzazione imprenditoriale, sono state diffusissime in passato, e ancora presenti in alcune pronunce della Corte dei conti (in particolare della Sezione regionale di controllo per l’Emilia Romagna) interpretazioni contraddittorie, secondo le quali invece vanno qualificati appunto come incarichi. Dunque, ai fini della lettura dei dati, molto dipende da come gli Enti applicano le contraddittorie interpretazioni giurisprudenziali.
* Articolo integrale pubblicato su ItaliaOggi del 2 agosto 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)
Collaborazioni boom nella PA: negli Enti locali sono aumentate di 10 volte
È quanto emerge dal Conto annuale. Nel 2023 censiti 56 mila contratti
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