Carta autonomie, Anci: bene ripresa dialogo, ma si avvii subito iter in Commissione al Senato

Una valutazione positiva per la ripresa del dialogo sul Codice delle autonomie, accompagnata però dall’auspicio che il confronto si concretizzi al più presto con una convocazione sia da parte del Governo che davanti la Commissione affari costituzionali del Senato. Tutto questo perché le questioni sul tappeto per i comuni si sono aggravate con la manovra, che ha inciso fortemente anche su aspetti ordinamentali, come la gestione associata obbligatoria per gli enti con meno di 5 mila abitanti. È la posizione espressa ieri dall’Anci nel corso di un’audizione davanti alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, nell’ambito di una indagine sui progetti di riassetto delle funzioni tra i diversi livelli di governo.
L’associazione – rappresentata dal vicepresidente e sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, e dal coordinatore nazionale dei piccoli Comuni, Mauro Guerra, – ha consegnato ai parlamentari un documento di valutazione del provvedimento ora al Senato, manifestando “forte perplessità sulla qualità del confronto” che ha caratterizzato l’esame del d.d.l. sia in Conferenza unificata, dove le autonomie locali non hanno formulato alcun parere, che alla Camera prima dell’approvazione dello scorso 30 giugno.
Accogliendo la convocazione di ieri come l’avvio di una nuova fase del rapporto  tra Parlamento e autonomie, Perugini ha sottolineato come il ‘federalismo istituzionale’ non abbia seguito lo stesso percorso di condivisione e  collaborazione che ha caratterizzato il federalismo fiscale. “Sono consapevole che il federalismo fiscale è uno strumento essenziale per la ridefinizione degli assetti dei governi territoriali, un tema sul quale come sindaci siamo pronti a dare il nostro contributo”, ha affermato il vicepresidente Anci.
Tra gli aspetti del federalismo istituzionale che l’associazione indica come essenziali per un riequilibrio complessivo del sistema, spicca innanzitutto la questione delle province. “Nel momento in cui il codice delle autonomie riorganizza tutto, deve essere chiaro quale è la funzione degli enti intermedi. Al momento – ha affermato Perugini-  ci sono ancora troppe sovrapposizioni ed ambiti da definire meglio”. E la medesima esigenza di chiarezza riguarda anche il tema delle aree metropolitane.
Il vicepresidente Anci ha poi ribadito la richiesta più volte avanzata dall’associazione di una definizione più precisa delle funzioni assegnate ai comuni. “Sarebbe opportuno che il codice delle autonomie presentasse in apertura dell’elenco delle funzioni fondamentali dei comuni una norma di chiusura che sancisce il principio secondo cui tutte le funzioni amministrative che non sono assegnate ad altri livelli di governo sono di competenza dei comuni”.
Altro tema indicato da Perugini quello di un maggior coordinamento tra il codice delle autonomie e le disposizioni contenute nel testo unico degli enti locali. Citando il sistema dei controlli, il presidente di Anci Calabria ha paventato il rischio di un aggravamento dei costi ed auspicato “una sorta di punto di equilibrio, in modo che il controllo non rimanga domestico ma non contraddica il percorso di autonomia degli enti locali”.
Infine, il vicepresidente Anci ha sottolineato la necessità che il codice delle autonomie adegui il sistema di concertazione istituzionale che ha nelle Conferenze il suo perno centrale. “Così come funziona tale sistema non è un vero luogo in cui discutere e concertare i provvedimenti con regole precise. Auspico una ‘governance rinnovata’ che preveda anche un riconoscimento dell’Anci come titolare della rappresentanza istituzionale dei Comuni e delle città metropolitane, sia a livello centrale che regionale”, ha concluso Perugini.

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