Camere, calendario leggero

Parlamento. Oggi in aula a Montecitorio il Ddl sull’omofobia – Sul decreto omnibus probabile fiducia

Il Sole 24 Ore
23 Maggio 2011
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La legge contro l’omofobia che arriva oggi in aula a Montecitorio, ma con la pistola scarica dopo la bocciatura in commissione del testo della relatrice Anna Paola Concia (Pd), che intanto s’è dimessa e ha trovato la solidarietà perfino del ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, contro la sua stessa maggioranza. Il decreto sviluppo che inizia la navigazione alla Camera con nuovi emendamenti del Governo e una guerra di competenze tra commissioni. Poi il varo del decreto omnibus, con tanto di voto fiducia in arrivo, che spazia dai fondi alla cultura al divieto d’incrocio tv-quotidiani fino alla partecipazione della Cassa depositi e prestiti in società strategiche nazionali. Il Parlamento inizia una settimana di passione. Perché il faro dell’attività saranno i ballottaggi di domenica e lunedì, con quel voto di Milano che in caso di sconfitta del centro-destra potrebbe capovolgere come minimo tutti i calendari delle leggi in cantiere. Col voto finale nei comuni in bilico, questa settimana le Camere lavoreranno col freno tirato. Una mini-pausa che potrà esserci anche in vista dei referendum di metà giugno. E che dopo il voto a Milano potrebbe trasformarsi in una quasi paralisi legislativa. Non è un caso del resto che il Governo abbia intanto preferito tenere il profilo basso. Le leggi in favore del premier (prescrizione breve e processo lungo, intercettazioni telefoniche e riforma costituzionale) in questi giorni staranno ferme: se ne riparlerà dopo i ballottaggi, situazione politica permettendo. Anche il biotestamento è slittato a data da destinarsi. Ma Camera e Senato hanno rinviato altri appuntamenti politici di primissima grandezza. Primo tra tutti, la risposta alla richiesta fatta dal capo dello Stato al Governo di ufficializzare la mutata composizione della sua maggioranza dopo l’ingresso dei “responsabili”: una comunicazione del Governo con un “semplice” dibattito o un voto di fiducia? Lo decideranno i capigruppo tra una decina di giorni a urne chiuse. Quando eventuali riflessi del voto potrebbero spostare interamente l’asse della discussione sulla richiesta del Quirinale. Senza scordare un’altra partita solo apparentemente sullo sfondo: l’elezione del giudice che manca alla Corte costituzionale, proprio in vista di alcune sentenze sui temi più cari al Cavaliere. Intanto la legge anti-corruzione ha ripreso il suo iter al Senato, ma la commissione Bilancio non si esprime. E la bicamerale sul federalismo ha all’esame altri decreti da mandare in fretta in porto. Per la Lega quella è ragione di vita e cercherà di evitare rallentamenti. Qualsiasi possa essere l’esito dei ballottaggi.

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