Burocrazia, ricorsi e politica I concorsi restano sulla carta

Fonte: Il Sole 24 Ore

Da Riva del Garda a Reggio Calabria il sentiero è pieno di concorsi di architettura assegnati e rimasti sulla carta. Progetti utili per il marketing urbano ma, a distanza di anni, mai diventati piani e progetti concreti. Concorsi falliti per mancata strategia di fattibilità, per l’assenza di una concertazione tra i soggetti coinvolti, per la burocrazia che rallenta le procedure e per i ricorsi.
A Roma è rimasto in un catalogo il concorso per il Policlinico Umberto I, vinto da Arup e Group6 nel 2009. I motivi? Mancate scelte condivise tra Regione, Università e Azienda sanitaria e un vincolo della Soprintendenza (segnalato dopo l’aggiudicazione del concorso) contro la demolizione di alcuni fabbricati. A Riva del Garda, sei anni dopo la gara, il progetto dell’austriaco Coop Himme(l)blau riparte forse ora: nel frattempo sono cambiate regia, area di progetto e budget. Dal nuovo centro termale di San Pellegrino Terme alla nuova stazione Av di Bologna i progetti congelati dopo l’aggiudicazione dei concorsi sono privati e pubblici. Progetti pagati centinaia di migliaia di euro finiti al massimo sui pannelli delle mostre (per dettagli si veda l’ultimo numero del settimanale «Progetti e Concorsi»).
L’elenco delle “bad practice” italiane conta ben tre progetti firmati da David Chipperfield, direttore della prossima Biennale di Architettura di Venezia. L’architetto britannico in autunno inaugurerà a Milano un museo ma restano sulla carta altri tre suoi progetti, frutto di altrettanti concorsi: quello per l’Arsenale di Verona, l’ampliamento del cimitero di Venezia e il piano per la rigenerazione del complesso ospedaliero-universitario di Santa Chiara a Pisa.
Se solo si contassero i concorsi aggiudicati lungo il waterfront italiano i flop sono decine: solo in Liguria è sulla carta il progetto di Vado Ligure, la Piazza del Mediterraneo di Genova vinta nel 2000 da Un Studio e la maxi-operazione di La Spezia. Lo stesso vale per il museo di Cagliari e fermo per ora anche il lungomare di Reggio Calabria, entrambi firmati da Zaha Hadid. Inutili i tre concorsi per il waterfront di Ostia a Roma, dove il Comune sta promuovendo ora il rilancio del waterfront bypassando completamente quell’iniziativa. Ancora senza una fine l’iter per il Porto Monumentale di Napoli che in sette anni dall’aggiudicazione ha dovuto fare i conti con ricorsi e controricorsi da parte dei progettisti, con le difficili relazioni tra gli stakeholders, con un vincolo ex post della Soprintendenza, con la liquidazione della società (Nausicaa) costituita per questo scopo.

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