Attesi, invocati a lungo in nome di tre principi sacrosanti per ogni contribuente – equità, certezza e stabilità delle regole – i decreti attuativi approvati ieri dal Consiglio dei ministri per le imprese rappresentano «una tappa importante». E non poteva essere altrimenti per Confindustria che da almeno tre anni spinge sulla delega fiscale e poi sulla sua completa attuazione che comincia a vedere la luce a oltre un anno dal varo. Perché?questa del fisco «non è un completamento o una delle tante riforme». Ma una riforma con la «r» maiuscola: «Rifondare il sistema fiscale secondo i principi di equità, certezza e stabilità delle regole è, infatti, – scrive una nota dell’associazione degli industriali – fondamentale se si vuole modernizzare il Paese, rendendolo normale e capace di attrarre investimenti».
Ora però Confindustria, che si dice «soddisfatta del lavoro fatto finora», chiede di non perdere altro tempo, sia nel migliorare i decreti appena approvati che nel varare le nuove norme sul sistema sanzionatorio e sulla riforma del catasto:? «Auspichiamo che l’iter dei decreti presso le commissioni parlamentari possa essere l’occasione per irrobustirne l’impianto, andando nella direzione di un rafforzamento dei diritti dei contribuenti e che il Governo apra subito il cantiere dei prossimi decreti attuativi, a partire dalla revisione del sistema sanzionatorio tributario e della riforma del catasto».
Nel merito dei tre decreti appena approvati Confindustria rileva innanzitutto come finalmente l’Italia si stia dotando di «una norma generale antielusiva come richiedevano, da tempo, le istituzioni internazionali». Il decreto garantisce la libertà delle imprese di «scegliere tra diversi schemi negoziali messi a disposizione dalla legge e viene chiarito che all’abuso non può essere attribuita rilevanza penale». È in linea con le richieste delle imprese di assicurare stabilità nei rapporti con il Fisco anche la nuova disciplina sul raddoppio dei termini di accertamento che «si pone a presidio delle istanze di certezza, affidamento e ragionevolezza: le imprese, d’ora in poi, sapranno con sicurezza entro quando una determinata operazione potrà essere contestata».
Confindustria promuove anche gli istituti introdotti per facilitare la cooperazione tra Fisco e imprese: dalle forme di interpello sui nuovi investimenti, alla disciplina di ruling internazionale fino al regime di adempimento collaborativo riservato ai contribuenti di maggiori dimensioni, «poiché è un segno di progresso favorire il riscontro preventivo sulla fattibilità delle operazioni economiche, anziché vederle contestate successivamente alla loro realizzazione, a distanza di anni». «Condivisibili» sono inoltre gli obiettivi del decreto sulla fatturazione elettronica tra imprese che «rende più efficiente la tracciabilità delle operazioni, a fronte della semplificazione degli adempimenti», favorendo anche il contrasto all’evasione fiscale.
Un decreto che piace anche a Rete imprese Italia che però chiede «in tempi brevi» il superamento dei metodi di riscossione dell’Iva con lo split payment e il reverse charge «che stanno danneggiando irrimediabilmente i già deboli equilibri finanziari delle imprese». Per completare l’attuazione delle delega le piccole imprese chiedono anche l’istituzione dell’Iri, per offrire concreti benefici fiscali a chi lascia nella propria azienda gli utili, e la tassazione per chi è in contabilità semplificata secondo criteri di cassa.
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