L’eliminazione della tassa sulla prima casa avrà effetti solo se percepita come permanente. Non usa mezzi termini il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, ieri durante un’audizione al Senato sulla Nota di aggiornamento al Def. Il dirigente aggiunge che l’effetto della sua eliminazione “dipende dal suo impatto sull’efficienza del sistema della finanza locale e sui servizi erogati dagli enti locali, dal miglioramento del clima di fiducia nelle prospettive future dell’economia che potrebbe essere indotto dall’aumento della spesa delle famiglie”.
Bankitalia non nasconde poi il fatto che le frequenti modifiche alla tassazione sugli immobili potrebbero avere suscitato, nei cittadini, un po’ di smarrimento e di cautela anche nei consumi. “Le frequenti modifiche alla fiscalità immobiliare degli ultimi anni – afferma infatti il vice direttore generale Signorini – potrebbero indurre le famiglie a non reputare lo sgravio ora programmato come permanente, limitando significativamente gli effetti della misura sulle scelte di consumo”. Signorini ha poi ricordato che si tratterebbe del quinto intervento negli ultimi sette anni.
Nel corso dell’audizione Signorini ha poi parlato del “disallineamento tra basi imponibili e valori di mercato, nella misura in cui le rendite catastali non sono aggiornate”. Questo, osserva,”genera iniquità distributive”. Una simulazione di Bankitalia, aggiunge il dirigente di Via Nazionale, “mostra poi che una rivalutazione delle rendite catastali renderebbe disponibili risorse che si potrebbero utilizzare per il ripristino di un sistema di detrazioni”.
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