Avanzi, sblocco immediato

Fonte: Il Sole 24 Ore

Non c’è solo lo sblocco della cassa per il pagamento degli stati di avanzamento dei lavori già programmati e in cantiere nella riforma dei vincoli di finanza pubblica per gli enti locali. Il definitivo superamento del patto di stabilità interno, così come declinato negli ultimi anni attraverso il meccanismo della competenza mista, consente ai territori di sbloccare buona parte degli avanzi di amministrazione, per anni rimasti congelati nei rendiconti.
Le nuove regole non sono ancora legge dello Stato, ma non va dimenticato che cos’ha voluto dire nell’ultimo decennio un patto di stabilità interno costantemente con saldo positivo, che ha progressivamente bloccato ogni forma di finanziamento degli investimenti, sia attraverso il debito, sia, appunto, utilizzando gli avanzi di amministrazione. Nemmeno il saldo rivisto nel 2015, con un abbassamento dell’obiettivo nominale di circa il 60%, ha consentito agli enti di programmare con efficacia interventi strutturali. Basti pensare al forte sbilanciamento tra domanda e offerta registratosi nei patti orizzontali nazionali e regionali.
Con il nuovo saldo finale di competenza finanziaria potenziata si pone l’obiettivo pari a zero, e la formula adottata esclude dal saldo anche il fondo crediti di dubbia esigibilità. Questa esclusione rappresenta il vero punto di svolta della complessiva riforma, insieme all’inclusione del fondo pluriennale vincolato
Questo meccanismo determina un forte impatto sulla gestione delle opere e degli investimenti pubblici. Una delle principali critiche rivolte dagli amministratori locali alla competenza mista è stata quella di non poter finanziare investimenti con entrate straordinarie senza creare forti tensioni nel rispetto dell’obiettivo negli anni in cui, in assenza dell’entrata già incassata in precedenza, si doveva provvedere ai pagamenti. 
Con il precedente meccanismo, in sostanza, nell’anno in cui si incassava, l’obiettivo di patto era più che raggiunto, a discapito degli anni in cui quelle risorse erano pronte per essere pagate. Dal 2016 questa criticità è superata, grazie al fondo pluriennale vincolato che riporta nell’anno in cui la spesa è esigibile la quota parte del finanziamento contabilizzato in precedenza.
L’introduzione nel saldo finale di competenza a decorrere dal 2016 apre un’insperata finestra anche per l’anno che si sta per chiudere. Nell’anno del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi (dove è richiesta la cancellazione di tutte le poste che non corrispondono ad obbligazioni giuridicamente perfezionate), infatti, è possibile applicare fin da subito l’intera quota dell’avanzo disponibile o destinato agli investimenti per il finanziamento delle opere inserite nell’elenco annuale delle opere pubbliche e che, per svariate ragioni, non hanno ancora ottenuto la copertura finanziaria. 
Il finanziamento di queste opere (o di ulteriori da inserire con le necessarie variazioni di bilancio) e la loro attivazione nelle modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria, “trasforma” l’avanzo di amministrazione applicato all’esercizio 2015 in fondo pluriennale vincolato in spesa nel medesimo esercizio. 
La naturale conseguenza di questa operazione è che l’anno 2016 si apre con un fondo pluriennale vincolato in entrata di pari importo, che rileva tra le poste attive del nuovo saldo.

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