Si farà il ponte sullo Stretto di Messina?

Arrivata l’approvazione del Cipess, ora il progetto passa alla Ragioneria dello Stato e alla Corte dei Conti

7 Agosto 2025
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Durante la riunione del 6 agosto 2025 il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (Cipess) ha approvato il progetto definitivo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, il cosiddetto ponte sullo Stretto. Il progetto, protagonista per antonomasia dei dibattiti politici degli ultimi decenni, non era mai arrivato alla sua approvazione; manca però il via libera della Ragioneria dello Stato e l’esame della Corte dei conti. Solo successivamente potrà esserci la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e l’inizio dei lavori.

>> LEGGI IL COMUNICATO DEL CIPESS.

In cosa consiste il progetto?

Il progetto concretizzerebbe un ponte con campata unica sospesa di 3.3 chilometri (costituendo di per sé il ponte più lungo del mondo) sostenuti da una struttura costituita da due piloni da 400 metri collocati sulle due sponde: una sulla sponda siciliana, nei pressi di Torre Faro vicino a Messina, e l’altra sulla sponda calabrese, vicino a Villa San Giovanni. La struttura ospiterà 6 corsie stradali: 3 per senso di marcia, di cui una di emergenza, 2 corsie di servizio e 2 binari ferroviari con marciapiedi laterali pedonabili per una capacità massima dell’infrastruttura pari a 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno. I collegamenti saranno assicurati da 40 km di raccordi viari e ferroviari (l’80% dei quali sviluppati in galleria) che collegheranno il Ponte, dal lato Calabria, all’autostrada del Mediterraneo e alle stazioni ferroviarie di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria e, dal lato Sicilia, alle autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo nonché alla nuova stazione di Messina.

Chi vuole questo ponte

Il collegamento tra la Sicilia e la penisola italiana è un tema discusso e dibattuto da anni. La prima approvazione di un progetto inerente un ponte si ha a metà degli anni 80′ dopo che il governo di Arnaldo Forlani crea la Stretto di Messina Spa ma l’idea ha radici molto più antiche, nonostante sia stata politicamente dibattuto a partire dall’Unità d’Italia, ripresa poi da Mussolini che non stanziò mai realmente dei fondi, e integrata da tantissimi politici come promessa in campagna elettorale e successivo progetto: più di tutti Berlusconi e Salvini si sono passati il testimone dell’idea del ponte; eppure anche altri governi, tra cui quelli di Renzi e Conte hanno contribuito a rilanciare il progetto.

L’appello dell’opposizione, delle ong e dei comitati civili

Sono in molti a protestare per la costruzione del collegamento Sicilia-Calabria. Negli ultimi anni in particolare, comitati civici e ambientalisti hanno organizzato manifestazioni, presentato esposti e ricorsi contro il progetto e gli espropri che ne deriverebbero (e che, oltre a sconvolgere l’assetto urbanistico e immobiliare, costerebbero al Governo più di 200 milioni di euro). Tra le preoccupazioni più rilevanti ci sono gli impatti ambientali della costruzione e l’inosservanza per la situazione dell’isola siciliana, che come sottolineano molti oppositori, conta innumerevoli problemi tra la mancanza di acqua, la messa in sicurezza del territorio e lacune nella sanità e nelle infrastrutture che, per chi lamenta lo stanziamento dei fondi dedicati al ponte, dovrebbero avere la priorità su quest’ultimo.
Le Associazioni Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia continuano a denunciare gli impatti ambientali irreversibili e non mitigabili della costruzione: la valutazione d’impatto ambientale annessa al progetto, per giustificare il gravoso peso ambientale, ha dovuto andare in deroga per ragioni di presunti motivi imperativi di rilevante interesse pubblico; tra cui: aumento del PIL, aumento dell’occupazione, miglioramento del sistema trasporti, ottimizzazione del sistema sanitario.

Chi paga e quanto paga

Il costo dell’opera è di 13,532 miliardi di euro, interamente coperto con finanziamenti pubblici già disponibili. Ciò nonostante l’opera è già costata in termini di progettazione, studi, e attività preparatorie. Secondo il Documento di economia e finanza 2024, la “Relazione del Progettista” di completamento del progetto definitivo predisposta da Stretto di Messina Spa aveva prodotto, con le stime di dettaglio allora disponibili, un costo di investimento per i lavori di realizzazione dell’opera pari a circa 12 miliardi di euro, finanziati con:

  • La legge di Bilancio per il 2024;
  • Il fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC 21-27): compreso di una quota di pertinenza delle Regioni Calabria e Sicilia.

Per quanto riguarda le opere di connessione al ponte, la cui realizzazione è a carico di RFI (Ferrovie dello Stato Italiane) e di ANAS (società del Gruppo FS Italiane che si occupa di infrastrutture stradali), i finanziamenti vengono regolati tramite i rispettivi contratti di programma. Ad aprile del 2024, erano previsti 1,1 miliardi di euro per le connessioni ferroviarie. La legge di bilancio per il 2025 ha incrementato di 1,5 miliardi le risorse per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, e una spesa complessiva di 500 milioni tra il 2027 e il 2030 per le opere ad essa connesse.

>> CONSULTA IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2024 DEL SUDDETTO MINISTERO CON ALLEGATO LE STRATEGIE PER LE INFRASTRUTTURE, LA MOBILITÀ E LA LOGISTICA (P. 72);
>> LEGGI LA RELAZIONE ANNUALE DEL MEF SUI PROGRESSI COMPIUTI NEL 2024
(P. 171).

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