di FRANCESCO CERISANO (da ItaliaOggi)
L’obiettivo del Mef è di rendere operativa la disponibilità dell’Imu precompilata, già fruibile in alcuni Comuni, dal 2026 in tutt’Italia sulla falsariga di quanto avviene con la Tassa rifiuti (Tari) dove la riscossione tramite PagoPa ha incrementato in modo consistente l’adempimento da parte dei contribuenti. È questo il progetto su cui sta lavorando il Mef, con Agenzia delle entrate, Sogei e PagoPa per semplificare la riscossione.
Ieri al ministero dell’economia si è tenuta la prima riunione operativa, convocata dal sottosegretario al Mef con delega agli Enti locali, Sandra Savino, d’intesa con il ministro Giancarlo Giorgetti. Obiettivo l’avvio di un confronto tecnico-istituzionale per attuare definitivamente quanto previsto dalla legge di bilancio 2020 (legge n.160/2019) che all’art.1, comma 765, già annovera la piattaforma PagoPa tra le modalità di versamento dell’Imu. E non è un caso che alcuni Comuni virtuosi, come Trento e Trieste, siano già in grado di inviare ai contribuenti gli avvisi di pagamento Imu precompilati. Ora l’obiettivo del Mef è di rendere operativo tale sistema in tutt’Italia sulla falsariga di quanto avviene con la Tassa rifiuti (Tari) dove la riscossione tramite PagoPa ha incrementato in modo consistente l’adempimento da parte dei contribuenti.
Dopo la riunione di ieri, tutti i soggetti in campo si rivedranno a settembre per delineare un cronoprogramma operativo condiviso che dovrà portare all’adozione di un decreto interministeriale (Mef-Viminale-Innovazione tecnologica) necessario a rendere tecnicamente possibile il pagamento dell’Imu anche attraverso PagoPa.
Da quando? L’obiettivo del governo è di rendere possibile tale chance a partire dall’anno di imposta 2026. Il saldo Imu 2025 in pagamento al prossimo 16 dicembre continuerà quindi ad essere pagato con F24. Per il Mef, l’Imu precompilata è una misura strategica per semplificare l’adempimento da parte dei contribuenti e migliorare l’efficienza della riscossione. E il sottosegretario Savino, regista dell’operazione che ha preso il via ufficialmente ieri, lo aveva anticipato il mese scorso dopo il primo incontro con l’amministratore delegato di PagoPa, Alessandro Moricca. “L’obiettivo”, aveva spiegato, “è costruire, insieme a tutti i soggetti coinvolti, una soluzione strutturale, efficace e condivisa, che rafforzi il sistema della riscossione rendendolo più tempestivo ed efficiente, senza aumentare il carico amministrativo ed economico per gli Enti locali.
Rafforzare la riscossione è uno degli elementi chiave per garantire una finanza pubblica sostenibile”. In ballo, come si sa, c’è un tax gap comunale che ammontaa 25 miliardi di tributi locali non riscossi (di cui 6 realmente esigibili), spesso di modesta entità, che proprio per l’elevata frammentarietà dei carichi rende complessa e diseconomica l’attività di recupero sia per gli Enti sia per i riscossori. La scelta di affidarsi a PagoPa parte dall’esperienza positiva della Tari del comune di Roma, dove la digitalizzazione ha portato a un significativo recupero della tassa rifiuti evasa, al punto che le tariffe sono calate per tutti. Di qui l’idea di sperimentare il pagamento con PagoPa anche per i tributi locali oggi pagati con F24. “Il caso del comune di Roma dimostra che là dove i contribuenti vengono tempestivamente informati dei propri carichi tributari (e soprattutto di quelli in scadenza) il tasso di adempimento aumenta”, ha osservato Savino.
* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 6 agosto 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)
Pagare l’Imu con PagoPa: il prossimo obiettivo del Governo per il 2026
Gli ottimi risultati in termini di riscossione raggiunti dal pagamento digitale della Tari, hanno convinto il Mef a estendere la digitalizzazione all’Imu
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