ROMA – Istat e ragioneria generale aiuteranno Sose Spa e Ifel-Anci a fissare i “paletti” di spesa efficiente per comuni e province. Ad assicurarlo è stato ieri Roberto Calderoli davanti alla commissione Finanze del Senato. Parole messe nero su bianco in una nuova bozza di decreto sui fabbisogni standard degli enti locali che il ministro della Semplificazione ha consegnato ai relatori in bicamerale, Antonio Leone (Pdl) e Marco Stradiotto (Pd). Tutto ciò mentre il premier Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato all’assemblea dell’Upi a Catania, ha garantito che la riforma federale non costerà e il capo dello stato Giorgio Napolitano ha rivolto un nuovo invito a trovare soluzioni condivise con le autonomie. La release del testo è una prima risposta alle perplessità emerse durante un seminario organizzato a Montecitorio dalla commissione bicamerale. Quasi tutti i tecnici e politici intervenuti hanno infatti criticato la scelta iniziale del governo di affidare solo a Sose Spa e Ifel-Anci il compito di calcolare la quantità di servizi da garantire lungo tutto lo Stivale. Tanto più che sui costi standard sanitari (disciplinati dal decreto attuativo sul fisco regionale) si è invece deciso che il fabbisogno sarà fissato dal patto per la salute mentre i costi standard saranno calcolati prendendo tre delle migliori cinque regioni per bilanci e servizi. Obiezioni a cui ha replicato il presidente della commissione tecnica paritetica per l’attuazione (Copaff), Luca Antonini. Ribadendo, sia nel corso del seminario sia durante l’audizione in bicamerale, che quello varato è l’unico meccanismo possibile per mettere insieme «solidarietà» e «uguaglianza». Ciò non toglie che alcune modifiche il dlgs le subirà. A tal fine Calderoli ha proposto di sottoporre al parere della bicamerale i dpcm che introdurranno i fabbisogni individuati da Sose, Ifel, Istat e ragioneria. Altra novità la possibilità per gli enti che resteranno al di sotto degli standard di trattenere il surplus. Un insieme di cambiamenti che al Pd non basta. Per Stradiotto va rivista l’intera impostazione perché il decreto «non fissa i fabbisogni standard ma fa solo la media tra i fabbisogni storici di ogni comune o provincia». Ma anche le perplessità del Pdl sembrano tutt’altro che superate. Risultato: anziché passare a esaminare il testo da martedì si procederà a nuove audizioni in commissione. Entro novembre, infine, arriverà l’ok del governo sugli ultimi tre decreti in agenda: armonizzazione dei bilanci, premi e sanzioni, perequazione infrastrutturale con il piano Sud di Raffaele Fitto.
Calderoli: Istat e Ragioneria nel calcolo dei fabbisogni
Federalismo – Napolitano: riforme condivise per le autonomie
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