Tariffe idriche, aumenti del 13%

Fonte: Il Sole 24 Ore

Le tariffe idriche sono destinate ad aumentare sensibilmente, a una media del 13-14%, con il metodo tariffario transitorio elaborato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas che dovrebbe valere retroattivamente per il biennio 2012-2013. Le autorità di ambito dovevano rispondere entro il 30 aprile, adattando alle proprie gestioni il metodo definito dall’Autorità nazionale, e i primi risultati sono stati raccolti in uno studio dell’Anea (associazione degli enti di ambito): gli aumenti tariffari medi – da un campione che riguarda 61 gestori – sono del 13,7%, con valori fra il 22 e il 46,8% per una decina di gestori, mentre solo 17 gestori, pari al 28% del totale, resta sotto la soglia del 6,5% di aumento prevista dal vecchio metodo tariffario normalizzato. 
Il documento evidenzia alcune criticità. Anzitutto «la procedura di validazione è stata complicata dalla scarsa chiarezza delle istruzioni di compilazione Aeeg, dalla pubblicazione, in corso di svolgimento, dell’attivià di errata corrige e da modifiche sostanziali al provvedimento tariffario». Contestata la differente modalità di calcolo degli ammortamenti sugli investimenti (vita utile tecnica più lunga rispetto al criterio finanziario), che configura i flussi di cassa non coerenti con i piani economico-finanziari attuali e aumenta il valore di riscatto finale al termine dell’affidamento. L’introduzione del Fni (il costo del finanziamento anticipato dei nuovi investimenti) non compensa il mancato riconoscimento degli ammortamenti e, poiché è una componente tariffaria tassata, comporta una riduzione del cash flow aziendale. 
L’Anea propone di superare le attuali criticità con il varo, previsto prima della fine dell’anno, del «metodo tariffario definitivo». Gli enti di ambtio chiedono, inoltre, più dialogo all’Autorità. «L’attuale disegno organizzativo della regolazione – dice Alessandro Mazzei, coordinatore tecnico dell’Anea – prevede la compresenza di un regolatore nazionale, l’Autorità, e uno locale, l’ente di ambito. Questo assetto regolatorio multilivello funziona a patto, però, che si crei un maggiore equilibrio tra le funzioni dell’Autorità e quelle degli enti di ambito. In particolare, a livello centralizzato devono essere definiti indirizzi e criteri generali, mentre a livello locale, gli enti di ambito, declinano sul territorio quanto previsto dagli indirizzi generali fissati a livello centrale». 
Intanto un dossier di Federutility sulle 34 principali aziende segnala un fabbisogno primario di investimenti nelle reti idriche di 5,6 miliardi, con progettazioni pronte e cantierabilità a breve (si veda il settimanale «Edilizia e Territorio»). In realtà solo un miliardo su 5,6 è dotato di copertura finanziaria, mentre il resto è legato agli aumenti tariffari resi possibili dal metodo varato dall’Autorità. Per altro anche numerose imprese, poco meno di una ventina, oltre al Forum dei movimenti dell’acqua, Federconsumatori e Codacons, hanno presentato ricorso al Tar contro il metodo tariffario transitorio, a conferma che anche dal lato dei gestori le critiche all’Autorità sono rilevanti, pur non toccando la funzione di regolazione nazionale.

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