«Taglio tasse stimolo per la crescita»

Fonte: Il Sole 24 Ore

Il taglio delle tasse «è efficace se è credibile ed è credibile se è permanente: deve perciò derivare da tagli di spesa». Per spiegare la filosofia della riduzione fiscale annunciata dal presidente del Consiglio il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha colto ieri l’occasione del convegno Confcommercio sulla politica di bilancio. Il presidente dell’Associazione dei commercianti, Carlo Sangalli, aveva infatti ricordato che l’Italia ha una pressione fiscale al 43,6% ed è al quarto posto fra i paesi con il più alto peso del fisco: «Un carico insopportabile per famiglie e imprese, incompatibile con qualsiasi realistica possibilità di crescita del Paese» aveva detto, chiedendo «un percorso certo, progressivo e sostenibile di riduzione della pressione fiscale. È necessario ridurre di un punto le 5 aliquote Irpef, un intervento che costa meno di 8 miliardi».
Padoan ha chiarito, per prima cosa, che l’annuncio sulle tasse di Renzi è stato dato in piena sintonia con Via XX Settembre: «Se non avessi condiviso prima l’annuncio del presidente del Consiglio, oggi sarei lo stesso qui ma probabilmente con un altro mestiere». Poi, ha tenuto a sottolineare che non si è trattato di un messaggio estemporaneo ma di un tassello di una strategia di medio termine già in atto da tempo,che comprende anche la spending review e l’attuazione di un processo di riforme «che non ha uguali in Europa». Non si tratta, insomma, solo di una riduzione dell’imposizione sulla casa, perché c’è una sequenza di interventi che il governo intende rispettare (prima la tassazione sugli immobili, poi, nel 2017, l’Irap e nel 2018 un alleggerimento sulla tassazione delle famiglie). Anche se oggi, secondo il ministro, gli spazi per un intervento di questo tipo ci sono, perché la tassazione sulla casa dell’Italia è più bassa della Francia ma più alta di quella tedesca e spagnola. «Una componente della strategia di riduzione delle tasse deve toccare anche quelle sulla casa, perché la domanda interna deve essere stimolata». Secondo Padoan, il settore dell’edilizia «ha risentito molto della crisi e deve essere sostenuto: l’eliminazione della tassa sulla prima casa non è sufficiente – ha detto- ma va in questa direzione». 
Le cose già fatte dal governo, ha poi affermato, insieme alla discesa dell’euro, hanno consentito un recupero di competitività .«Oggi anche l’Italia ha un surplus di partite correnti nella bilancia dei pagamenti, non solo la Germania». E, sempre in tema di fisco, il ministro ha detto che «si deve intensificare lo sforzo di lotta all’evasione. Non capisco le affermazioni che dicono che invece che tagliare le tasse bisogna aumentare la lotta all’evasione. Bisogna fare tutte e due, non sono alternative, sono complementari, perché così si aiuta la compliance». Tuttavia, Padoan è stato altrettanto chiaro sul fatto che anche i tagli di spesa pubblica, necessari per garantire un adeguato spazio fiscale alla riduzione d’imposte, dovranno avere carattere permanente «per non essere costretti a tornare indietro e a subire un danno reputazionale. Laspending review, dunque, non può essere un episodio, ma è continua». Inoltre «la sostenibilità della riduzione delle tasse è una componente della sostenibilità della finanza pubblica che comporta, soprattutto per chi ha un alto debito come il nostro, la conquista e il mantenimento di una fiducia che ha richiesto grandi sforzi. E il Governo continuerà in questa direzione». Nel suo intervento, il ministro è tornato ad assicurare che per il 2016 sono già previsti i tagli di spesa necessari a “disinnescare” le clausole di salvaguardia. 
Dal canto suo, il commissario per la spending review, Yoram Gutgeld, ha confermato che già la prossima settimana sarà pronto il menù necessario per definire un ammontare superiore a 10 miliardi di tagli di spesa pubblica e che questi tagli negli anni successivi saranno incrementati. Però, ha precisato «la spesa per la macchina pubblica ammonta in Italia a 350 miliardi contro i 650 miliardi della Francia ed «è tra le più basse d’Europa con la Spagna. Ha un problema di efficienza, ma ci si può lavorare molto». Infine, Gutgeld ha sostenuto che «nel 2017 l’Italia passerà dall’essere uno fra i Paesi meno convenienti a uno fra i più convenienti in Europa in termini di tassazione di impresa». 

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