Dopo i tre voti di fiducia di ieri, oggi alla Camera sono previste le dichiarazioni di voto finali sul disegno di legge anticorruzione, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi si è detto pronto ad applicare da subito le norme sull’incandidabilità dei condannati. “Con il testo approvato oggi (ieri, n.d.r.) – ha spiegato in una dichiarazione – il Governo è in grado di esercitare la delega a partire dal giorno successivo all’approvazione della legge e in questo modo i nuovi divieti sarebbero di immediata applicazione. Il termine della delega è un termine massimo”. “Il ministro Patroni Griffi ha annunciato che il governo, appena approvato il disegno di legge sulla corruzione, procederà ad adottare il decreto legislativo sull’incandidabilità dei condannati con sentenza definitiva per reati gravi, a partire da quelli contro la p.a., ma non interdetti a seguito della condanna”, ha rimarcato il capogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova, aggiungendo: “Prendiamo le sue parole come un impegno formale e siamo lieti che, con la nostra posizione sul voto di fiducia sull’art. 10 del provvedimento, si siano chiariti l’orientamento e la garanzia dell’esecutivo”. “L’incandidabilità in conseguenza di sentenze definitive di condanna può essere applicata già alle prossime elezioni politiche del 2013 se il governo eserciterà, come è sicuramente possibile, la delega in tempo utile”, hanno dichiarato i deputati del Pd Oriano Giovanelli e Donatella Ferranti, firmatari di un ordine del giorno in tal senso presentato nell’ambito dell’esame della ddl anticorruzione. “In coerenza con un nostro emendamento e con quanto affermato nella nostra dichiarazione di voto, abbiamo presentato un ordine del giorno, che ci auguriamo sarà approvato, nel quale è contenuto l’impegno per il governo “ad esercitare la delega in tempo utile affinché le norme in questione si applichino alle prossime elezioni per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica”, hanno spiegato. Con l’articolo 13 del ddl sulla corruzione nasce invece il nuovo reato di “induzione”, frutto dello spacchettamento della concussione. Non solo, con esso si introduce anche il reato di “traffico illecito di influenze” e quello della corruzione per l’esercizio della funzione. Con il nuovo articolo 319-quater si prevede che, salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da tre a otto anni. Quanto al traffico di influenze illecite si prevede che chiunque, fuori dai casi di concorso in altri reati, “sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da uno a tre anni”. Stessa pena per chi dà o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale. La pena aumenta se chi indebitamente fa dare o promettere denaro o altro vantaggio patrimoniale riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio. Le pene vengono ancora aumentate se i fatti sono commessi in relazione all’esercizio di attività giudiziarie.
>> Scarica il dossier della Camera sul ddl anticorruzione
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