Sgravi fiscali: la battaglia intorno a un “tesoretto” da 142 miliardi

Mediante comunicato emesso il 3 febbraio 2018 la CGIA di Mestre mette in evidenza il tema degli sgravi fiscali, aspetto che diviene “bollente” in tempi di campagna elettorale. Gli effetti delle detrazioni, delle deduzioni fiscali, delle cedolari secche e dei i crediti di imposta che riducono il prelievo sui contribuenti italiani (le cosiddette “tax expenditures”) ammontano infatti a 466 e costano allo Stato 54 miliardi di euro all’anno. A questo importo – segnala l’Ufficio studi della CGIA – vanno accostate le detrazioni ai fini IRPEF che interessano i lavoratori dipendenti e gli autonomi (37,8 miliardi di euro), le detrazioni per i familiari a carico (11,3 miliardi) e una serie di altre agevolazioni (aliquote IVA ridotte, Ace per le società di capitali, tassazione separata per alcune tipologie di reddito, imposte sostitutive sui redditi da capitale etc.).

Le valutazioni della CGIA di Mestre

Come si legge nel comunicato della CGIA “a tutte queste vanno aggiunte anche le spese fiscali relative ai tributi locali. Si tratta di misure che assicurano una riduzione del prelievo su IRAP, TARI, IMU, TASI e TOSAP (tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche). Complessivamente lo sgravio riferito alle tasse locali ammonta a 38,7 miliardi di euro all’anno)”. In tale direzione interessanti sono le parole del coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo: “Questo tesoretto, costituito in linea generale da oltre 142 miliardi, è finito nel mirino delle promesse elettorali presentate in questi giorni dai big della politica nazionale. La riduzione delle tasse, l’aumento delle pensioni minime o l’introduzione del reddito di cittadinanza potrebbero essere in gran parte realizzate attraverso una sforbiciata a queste agevolazioni che, quasi sicuramente, andranno però a penalizzare chi oggi beneficia di queste misure”.

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