Riscossione tributi: i Comuni “fuggono” da Equitalia. Ecco perché

Il premier Renzi annuncia “entro l’anno addio a Equitalia” a livello centrale: ma ecco come si configura la situazione della riscossione presso le amministrazioni comunali

14 Luglio 2016
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Renzi annuncia trionfante: “Entro l’anno arriverà il decreto che cambierà il modo di concepire il rapporto tra fisco e cittadini. Equitalia non ci sarà più: che non vuol dire che le multe non si pagano più ma cambierà il come”, confermando il cambio di rotta nella riscossione a livello centrale, senza dimenticare (anzi, facendo tesoro) dell’esperienza degli enti locali che già da tempo a livello di riscossione tributi marciano in ampia autonomia. Come afferma il quotidiano Repubblica “8 proroghe in cinque anni – e la nona inserita nel Decreto Enti Locali ora alla Camera, di altri sei mesi fino al 31 dicembre – della norma voluta da Monti (il decreto 70/2011) per il distacco dalla casa madre, si traducono in una mappa a macchia di leopardo. Al Nord i grandi Comuni fanno da sé da tempo, in primis Torino (dal 2005) e Milano. E anche con soddisfazione. I medi spesso si consorziano, anche con l’aiuto dell’ANCI. I piccoli annaspano e per lo più si tengono Equitalia. Il Sud arranca”.

Le amministrazioni comunali che ancora si servono del “gigante della riscossione” sono ad oggi 3.636. Erano quasi il doppio, 6.161, nel 2011, per un 41% in meno che evidenzia l’assunto di apertura: affidarsi ad altri soggetti è un’azione che conviene. Anche se alle luci si alternano le ombre: affidare la riscossione a società private (ne esistono 71) spesso si è rivelata non una mossa azzeccatissima, tra ruberie e malaffare. Oltre al fatto che sono care. In media – ha rivelato a Repubblica Ernesto Maria Ruffini, ad di Equitalia – chiedono un aggio tra il 20-25% contro il 6% massimo della società pubblica, da poco abbassato di due punti. Non è sempre così, certo. Ma è un fatto che ora i Comuni privilegiano la soluzione interna (tutta la filiera, dall’accertamento al ruolo, oppure solo le “cose facili”) o al massimo in house (spa controllata).

“La soluzione ibrida, con il recupero coattivo esternalizzato, è frequente specie nei Comuni piccoli o meno attrezzati”, spiega Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e responsabile Finanza locale dell’ANCI. Ma per quale motivo i sindaci dicono addio in massa ad Equitalia? “Per le maniere forti, le ganasce fiscali, il fermo macchine. C’era crudeltà esattiva anche per importi modesti, solo da poco attenuata. E poi Equitalia recupera per i Comuni solo il 10-12% in media. Ad Ascoli appena il 5-6%, da soli possiamo arrivare al 40% senza troppi sforzi. Il punto è che occorre una riforma vera della riscossione anziché proroghe continue, la invochiamo da tempo. Equitalia ha lo strumento del ruolo, noi possiamo usare solo l’ingiunzione fiscale, regolata da un regio decreto del 1910” conclude Castelli.

Redazione