In due regioni su tre la spesa pubblica va oltre la media

Fonte: Il Sole 24 Ore

Potrebbe essere comprensibile il dato del Lazio (4.275 euro pro capite), gonfiato dalla presenza di ministeri e uffici statali. Meno invece quelli del Molise, come della Calabria, Basilicata o Liguria, le cui spese correnti “regionalizzabili” sono ben sopra la media nazionale (2.921 euro pro capite). Ed è anche difficile spiegare come un dipendente della Regione (questa volta intesa come ente), possa costare 178 euro per cittadino in Molise contro i 23 della Lombardia: cifra, questa, tre volte inferiore rispetto a quella della Campania.
Le elaborazioni del centro studi Sintesi – o, come nel caso delle retribuzioni dei dipendenti regionali, dall’ufficio studi della Confartigianato su fonte Copaff (Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale) e Istat – restituiscono l’immagine di un’Italia che, oltre alle cento città e ai mille “campanili”, può anche vantare una declinazione territoriale delle spese certamente molto varia. Da cui, volendo trovare un dato di sintesi, emerge che il 60% delle regioni ordinarie ha un livello di spesa corrente superiore alla media; percentuale che sale al 67% fra i territori a statuto speciale.
«Se ci si addentra nell’analisi della spesa dello Stato e nella sua disaggregazione, per quanto possibile, a livello regionale – dicono dal centro studio Sintesi – ci si rende conto di come nel nostro Paese non ci facciamo mancare nulla. Si scopre che per consumi intermedi, per le spese del personale, ma anche per il totale della spesa, le cifre che risultano da una lettura pro capite dei dati sono significativamente diverse tra regione e regione». Differenze da considerare, eccome, in tempi di spending review. Del resto, se è vero che il federalismo sembra aver perso priorità dinanzi all’emergenza di risanamento dei conti pubblici, è altrettanto vero che un’azione di revisione dei conti non potrà che partire dall’obiettivo di individuare benchmark su costi e spese. Qualcuno in passato ci ha provato a fare qualche simulazione. Per esempio, Unioncamere Veneto che, facendo i conti sulla spesa media in un quinquennio (2003-2007), ha calcolato il risparmio se si calibrassero costi dei consumi intermedi, numero dei dipendenti pubblici e costo del lavoro per ogni dipendente pubblico ai valori del Veneto o al modello tedesco. I risparmi sarebbero intorno ai 27,8 miliardi nel primo caso e fino a 49,4 miliardi nel secondo.
Sia chiaro: a volte differenze di territorio, di distribuzione anagrafica, di clima, inevitabilmente rendono le regioni poco omogenee tra di loro. Tuttavia, a guardare le elaborazioni del centro studi Veneto, si può leggere che il numero di dipendenti pubblici in Valle d’Aosta sia il 69,3% superiore alla media nazionale; in Trentino-Alto Adige il 32%; nel Lazio (che però dalla sua ha la forte presenza di uffici e ministeri) il 27%; in Friuli-Venezia Giulia il 25%; in Sardegna quasi il 17%; in Molise il 16%; in Liguria il 15 per cento. Alcune sono regioni speciali, ma per altre la forte presenza di dipendenti pubblici fa riflettere: ai 62,3 dipendenti ogni mille abitanti del Molise e ai 61,8 della Liguria, si contrappongono i 41,3 della Lombardia e i 46,1 del Veneto. Interessante è inoltre il confronto sui “consumi intermedi”, cioè i beni e servizi che servono per far funzionare gli uffici. Qui a guidare la graduatoria è il Lazio (345 euro pro capite), seguito a una certa distanza da Liguria (174) e Calabria (173).
Anche osservando tra le varie funzioni di spesa l’analisi evidenzia sostanziali differenze. E così le spese per servizi generali raggiungono i 3.253 euro pro capite in Molise, contro i 1.566 del Veneto o i 1.772 dell’Emilia-Romagna. «In questa funzione di spesa – precisano dal centro studi Sintesi – è interessante guardare anche ai territori a statuto speciale. Avranno pure un regime particolare, ma per i servizi generali della Pa spendono molto di più della media rilevata tra le regioni a statuto ordinario». E così a fronte di una media di 2.169 euro pro capite fra le regioni ordinarie, ci sono 2.497 euro per abitante in Sicilia, 3.782 in Sardegna, 4.051 in Friuli-Venezia Giulia, fino a salire tra i 7 e gli 8mila euro in Trentino-Alto Adige e agli 11mila euro pro capite circa in Valle d’Aosta.
Differenze fra le regioni non mancano neanche nella sanità (al 6% sul Pil in Emilia-Romagna, al 7,3% di media italiana e sopra il 10% in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) mentre, almeno su un punto le distanze sembrano non esistere. Infatti sul fronte “istruzione” i 687 euro pro capite di media nazionale sono per la quasi totalità inghiottiti dalla spesa corrente. Con buona pace dei 5 euro pro capite in conto capitale: quegli investimenti che consentono di oliare e far andare avanti la “macchina”.

2I CAPITOLI DI SPESA

SERVIZI GENERALI
1.566 euro
Il primato del Veneto
Il dato pro capite del Veneto è il più basso d’Italia quanto a spesa per i servizi generali della Pa fra le regioni ordinarie. All’estremo opposto c’è la spesa nel Molise (3.253 euro pro capite) a fronte di una media di 2.169 euro

ISTRUZIONE
5 euro
Spesa in conto capitale
Secondo i dati elaborati dal Centro studi Sintesi la spesa per gli investimenti è, in media, di gran lunga inferiore al dato della spesa corrente (682 euro pro capite). Nelle regioni speciali la proporzione è di 4 contro 683

ORDINE PUBBLICO
699 euro
Il peso in Liguria
Dopo il Lazio (946 euro pro capite) è la Liguria la regione che nel dato per abitante ha la spesa pubblica più elevata per la funzione di spesa “difesa e ordine pubblico”. All’estremo opposto i 305 euro della Lombardia

DIPENDENTI PA
91
Dipendenti ogni mille abitanti
È in Val d’Aosta il numero più alto di dipendenti pubblici per abitante. Segue un’altro territorio a statuto speciale: il Trentino Alto Adige (71,3). Fra le regioni ordinarie si va dai 68,5 del Lazio e 62,3 del Molise ai 41,3 relativi alla Lombardia

SANITÀ
7,3
In percentuale sul Pil
Nel 2010 il costo del Servizio sanitario nazionale è sceso dal 7,4 al 7,3% del Pil per la media delle regioni. Per sei di esse si va oltre il 10% mentre i dati migliori sono quelli di Lombardia (5,3%) ed Emilia-Romagna (6%)

DIPENDENTI REGIONI
178 euro
Il costo in Molise
Secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato è in Molise il costo più alto per abitante. La media nelle regioni a statuto ordinario è di 45 euro. Pur avendo una popolazione simile, la Sicilia spende 12 volte più del Veneto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *