Beni in cambio di titoli di Stato

Fonte: Il Sole 24 Ore

Via al piano di dismissioni del Governo. Come anticipato nei giorni scorsi da questo giornale si partirà dai beni già in uso alle amministrazioni centrali. Con una novità dell’ultim’ora: i privati potranno versare il corrispettivo pattuito in titoli di Stato. A prevederlo è uno dei tre emendamenti depositati ieri dal l’Esecutivo in commissione Bilancio del Senato insieme ai tre sottoscritti dal relatore Massimo Garavaglia (Lega). L’articolo 4-ter dà mandato al ministero dell’Economia di individuare – con uno o più decreti del presidente del Consiglio (Dpcm) – i beni delle Pa statali da attribuire a uno o più fondi di investimento immobiliare (ovvero a una o più società anche appositamente costituite) che dovranno intercettare il risparmio privato. Il primo Dpcm dovrà arrivare entro il 30 aprile 2012. E, stando alla lettera della norma, potrà contenere «beni immobili di proprietà dello Stato e una quota non inferiore al 20 per cento delle carceri inutilizzate e delle caserme assegnate in uso alle forze armate». Gli amministratori locali (specie quelli leghisti) tireranno un sospiro di sollievo nel sapere che, a differenza di quanto trapelato nelle scorse settimane, della partita non faranno parte i beni che Regioni, Province e Comuni si vedranno arrivare in dote con il federalismo demaniale. I decreti successivi dovranno stabilire le modalità di collocamento delle quote del predetto fondo. I proventi dell’intera operazione non vengono quantificati. Continuano a far fede i 15 miliardi in tre anni indicati nella lettera a Bruxelles ma l’obiettivo finale potrebbe essere più ambizioso e aggirarsi sui 60 miliardi. Come detto gli acquirenti potranno pagare anche in titoli di Stato. Resta tuttavia da sciogliere un nodo fondamentale: con quale valore? Non è detto infatti che varranno il 100% del loro valore nozionale. Mai bond della Repubblica italiana sono destinatari di un’altra norma ad hoc. Se l’alienazione riguarderà edifici liberi nulla quaestio: gli introiti andranno al fondo ammortamento titoli. In presenza di un bene già in uso a un ministero il discorso cambia. Con il capitale incassato l’Agenzia del demanio dovrà acquistare Btp, Bot o Cct, ritirandoli dal mercato, mentre gli eventuali interessi serviranno a corrispondere i canoni di affitto dei nuovi immobili da reperire. Lo stesso emendamento cita poi le dismissioni dei cespiti statali all’estero e i terreni agricoli. Entrambe le categorie potranno essere cedute a trattativa privata anche se, nel caso dei terreni, viene posta la condizione che il loro valore non superi i 400mila euro. Fermo restando il diritto di prelazione per i giovani imprenditori agricoli.

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