Aiuti di Stato: la Commissione si consulta sulla riforma del Regolamento per i piccoli importi di aiuto

Dopo le modifiche scaturite da una consultazione pubblica avvenuta nel marzo 2013, la Commissione europea è pronta a stilare una seconda bozza di revisione del Regolamento sui piccoli importi di aiuto (i cosiddetti aiuti “de minimis”).

Secondo questo regolamento, le misure di aiuto – sotto un certo limite – non costituiscono formale aiuto di Stato ai sensi delle norme UE in quanto non incidono né sulla concorrenza né sugli scambi nel mercato interno. Il progetto di revisione semplifica e chiarisce le regole e propone l’introduzione di un registro obbligatorio di misure de minimis. La Commissione intende quindi adottare un nuovo regolamento entro la fine del 2013 alla luce delle osservazioni che perverranno.

Gli obiettivi sono semplificare la materia, evitare distorsioni della concorrenza nel mercato interno e promuovere una spesa pubblica efficiente. La proposta mantiene l’attuale tetto massimo di 200mila euro di aiuti in tre anni come soglia per identificare un aiuto de minimis. Sulla base dell’esperienza della Commissione e di tutti i dati raccolti finora, anche attraverso consultazioni pubbliche, non è emersa alcuna indicazione che un massimale più elevato sarebbe giustificato. Sopra questo livello, infatti, gli aiuti potrebbero avere un impatto sulla concorrenza nel mercato interno, tanto più in tempi di crisi quando gli Stati membri dispongono di una capacità di spesa irregolare. La Commissione esaminerà comunque ulteriormente la questione nel processo di revisione in corso, che comprende anche una valutazione dell’impatto dell’aiuto.

Il registro obbligatorio di cui si propone l’introduzione sarebbe uno strumento indispensabile per garantire che il tetto massimo venga rispettato e per raccogliere dati sull’utilizzo degli aiuti de minimis. È previsto un periodo adeguato di transizione per la creazione del registro.

Il progetto, inoltre, chiarisce e semplifica notevolmente le norme, in linea con le richieste che provengono dalle parti interessate. Per esempio, si introduce un ”porto sicuro” per i prestiti fino a un milione di euro e si semplifica la definizione di “impresa” al fine di aumentare la certezza giuridica e di ridurre gli oneri amministrativi.

(Fonte: Commissione europea)

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