Acconto Imu 2013, vietato deliberare in ritardo

Fonte: Italia Oggi

Per l’acconto Imu 2013 fa da spartiacque la data del 23 aprile 2013. Termine ultimo utile per i comuni con i conti in ordine per deliberare le nuove aliquote per l’appuntamento di giugno 2013. Se la delibera arriva in ritardo è possibile che a giugno si dovranno usare le aliquote in vigore nel 2012 e rimandare il tutto al 2014 anche per il saldo 2013 di dicembre. È questo, secondo quanto risulta a ItaliaOggi l’orientamento che potrebbe prevalere nella stesura di un nuovo intervento di prassi del dipartimento delle finanze sulla campagna Imu 2013.

Accantonate, dunque, tutte le promesse elettorali, rimaste sulla carta, la macchina organizzativa si è già messa in moto iniziando a verificare i tempi di approvazione delle delibere con i tempi di approvazione concessi ai comuni non in regola con i conti e quelli invece in equilibrio.

È previsto infatti un doppio binario per i comuni che presentano conti in squilibrio e per i comuni con i conti in ordine in relazione al calendario di approvazione delle delibere Imu.

Nel primo caso i comuni hanno tempo fino al 30 settembre 2013 per deliberare sui propri conti e in merito anche all’Imu. Mentre i comuni con i conti in ordine devono fare riferimento al termine del 23 aprile per approvare le eventuali correzioni alle aliquote. L’orientamento che potrebbe essere recepito nella circolare del dipartimento, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, in riferimento ai comuni con i conti in squilibrio, che deliberano tra il primo maggio e il 30 settembre, è quello di andare a far pagare a giugno con le aliquote Imu in vigore nel 2012 e a dicembre applicare una sorta di conguaglio 2013.

Discorso diverso e con i tempi più stretti per i comuni con i conti in ordine. Per questi ultimi infatti arrivare con una delibera successiva al 23 aprile sforando il termine del primo maggio significherebbe precludersi la possibilità di applicare variazioni di aliquota per l’Imu 2013. Se ne riparlerebbe infatti nel 2014.

È questa una linea interpretativa che troverebbe il consenso della consulta dei Caf (centri di assistenza fiscale) che per esigenze organizzative e rispetto ai tempi normativi prendono come riferimento la decorrenza del 1° maggio per avviare la propria campagna di analisi delle delibere e preparazione dei bollettini di versamento e assistenza ai contribuenti. Ma i nodi da sciogliere sulla campagna Imu 2013 non finiscono qui. Intanto nel puzzle degli adempimenti sulla dichiarazione Imu manca all’appello il codice tributo per chi è arrivato oltre il termine del 4 febbraio e vuole ravvedersi. Nella pratica dunque non è ancora possibile applicare il ravvedimento operoso per la dichiarazione Imu. Resta poi sul tappeto un’altra questione non da poco: alla consulta dei Caf sono arrivate segnalazione di comuni che vorrebbero far pagare l’Imu seconda casa limitatamente alla stanza che il privato, nella propria abitazione dove ha la residenza, ha affittato. Non considerando che ai fini Imu il requisito è quello della residenza e non quello reddituale.

 

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