Ok al rinnovo del contratto PA

Ad annunciarlo trionfalmente è il ministro Marianna Madia con un tweet notturno: “Ore 03:56. Dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale, è stato appena firmato, con le organizzazioni sindacali, il primo nuovo #contratto dei dipendenti delle PA”. Ed è proprio così: è stato siglato finalmente nella notte, dopo mesi di trattative e uno sprint finale iniziato il 20 dicembre, l’accordo per il rinnovo del contratto degli statali. Il rinnovo fa riferimento a dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. In tutto circa 247 mila persone. La firma del nuovo contratto degli statali per il triennio 2016-2018 che pone fine a un blocco durato otto anni.

L’ok al rinnovo del contratto PA

L’intesa tra sindacati e ARAN stabilisce aumenti retributivi sullo stipendio base con una forbice che oscilla tra i 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. A questi incrementi occorre aggiungere l’assegno per i livelli più bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilità) e un plus per le amministrazioni più ricche da caricare sul salario accessorio. La tranche di aumenti per il 2018 scatterà da marzo.

Le dichiarazioni dei sindacati

“Si tratta – spiega il segretario Cisl Fp, Maurizio Petriccioli – di un contratto importante che apre la stagione dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego: verranno distribuiti aumenti medi di 85 euro lordi sui tabellari, è stata migliorata la disciplina degli istituti del rapporto di lavoro e ripristinata la centralità delle relazioni sindacali. Sono state gettate le basi, inoltre, per una riforma dell’ordinamento, da realizzare nella prossima tornata contrattuale, affinché si possa rispondere in maniera innovativa alle aspettative di valorizzazione, sul piano economico e professionale, del lavoro pubblico”.
Nel merito, afferma la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, “Norme di civiltà sono quelle che estendono i diritti civili e introducono tutele per lo stress lavoro correlato e i fenomeni di burn out. Mantenute le tutele previgenti a partire dall’articolo 18 e l’orario di lavoro a 36 ore e ridotta la precarietà. Più poteri vengono riconosciuti alla contrattazione, soprattutto di posto di lavoro, sulla scia di quanto  definito nell’accordo del 30 novembre e ci sottraiamo al ricatto degli atti unilaterali ridando la titolarità alla contrattazione. Cambiano i sistemi di  valutazione, scompaiono le fasce brunettiane, si amplia la partecipazione sindacale”.

Le incognite per gli Enti locali

Ai dipendenti ministeriali giungono pertanto 85 euro di aumento dopo quasi 10 anni di blocco. Ma sui dipendenti degli Enti locali mancano i fondi: ad attendere il rinnovo del contratto infatti ci sono ancora i circa 500.000 dipendenti delle amministrazioni locali. È per questi ultimi che il reperimento delle risorse necessarie a garantire gli aumenti potrebbe essere più complesso, spiega il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo: “Molti Enti locali sostengono che mancano risorse importanti, che dovrebbero arrivare dal governo. E qualche problema nei giorni scorsi è emerso anche per la scuola”. Mentre, dice la relatrice al Senato alla legge di Bilancio Madga Zanoni (Pd), “gli Enti locali dovranno provvedere con risorse proprie. Proprio per questo nell’ambito dell’assegnazione degli spazi finanziari sono stati allentati i vincoli di bilancio”.

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