Sicurezza urbana, ok in Cdm al decreto contenente disposizioni urgenti

Sicurezza urbana: il Consiglio dei ministri di venerdì scorso, su proposta dei Ministri dell’interno Marco Minniti e della giustizia Andrea Orlando, ha approvato l’atteso decreto legge che introduce disposizioni urgenti a tutela della sicurezza delle città.
Il decreto, che definisce la sicurezza urbana quale bene pubblico, è diretto a realizzare un modello trasversale e integrato tra i diversi livelli di governo mediante la sottoscrizione di appositi accordi tra Stato e Regioni e l’introduzione di patti con gli enti locali.

Decreto sicurezza urbana: i punti nevralgici

Si stabiliscono, nello specifico, forme di cooperazione rafforzata tra i prefetti e i Comuni dirette a incrementare i servizi di controllo del territorio e a promuovere la sua valorizzazione e sono definite, anche mediante il rafforzamento del ruolo dei sindaci, nuove modalità di prevenzione e di contrasto all’insorgere di fenomeni di illegalità quali, ad esempio, lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il commercio abusivo e l’illecita occupazione di aree pubbliche.
Il provvedimento interviene inoltre rafforzando l’apparato sanzionatorio-amministrativo, al fine di prevenire fenomeni di criticità sociale suscettibili di determinare un’influenza negativa sulla sicurezza urbana, anche in relazione all’esigenza di garantire la libera accessibilità e fruizione degli spazi e delle infrastrutture delle città, prevedendo, tra l’altro, la possibilità di imporre il divieto di frequentazione di determinati pubblici esercizi e aree urbane ai soggetti condannati per reati di particolare allarme sociale.

Sicurezza urbana: le reazioni dell’ANCI

Rilevanti e differenti i commenti al provvedimento giunti nelle ore successive all’approvazione. Il presidente dell’ANCI Antonio Decaro è intervenuto sulle misure adottate dal Consiglio dei ministri in materia di sicurezza urbana (misure più volte sollecitate dall’ANCI e che ridisegnano i contorni dell’azione degli amministratori locali): “Finalmente – afferma Decaro riferendosi al decreto – i sindaci non devono più combattere la battaglia per la sicurezza delle città con le armi spuntate. Con i nuovi e più incisivi poteri riconosciuti, su nostra sollecitazione, dal decreto legge potremo dare ai cittadini le risposte che si aspettano da noi pianificando la strategia. E anche contribuendo a reprimere i reati che particolarmente incidono sul diritto a sentirsi sicuri”. “Siamo noi sindaci il primo presidio al quale i cittadini si rivolgono in cerca di risposte. E non intendiamo tirarci indietro, ma per essere efficaci abbiamo bisogno di strumenti efficaci. Questo decreto finalmente ce li fornisce”
I punti fondamentali del decreto che erano stati sollecitati dalla comunità dei sindaci sono: la previsione di patti per l’attuazione della sicurezza urbana, sottoscritti da sindaci e prefetti, che individuino gli interventi in materia di prevenzione della criminalità diffusa e predatoria e della promozione del rispetto della legalità e del decoro; l’introduzione di un modello condiviso, tra Comune e prefettura, con una funzione di co-coordinamento del sindaco, nel governo della materia; il rafforzamento del potere di ordinanza sindacale, non limitata più soltanto alle circostanze “contingibili e urgenti” ma anche per garantire la tutela del decoro e della quiete, come le ordinanze contro la prostituzione in strada o contro la somministrazione di alcolici in specifiche aree. “I sindaci – conclude Decaro – da oggi hanno un’arma in più per garantire la sicurezza dei cittadini: la legge”.
A commentare il provvedimento che amplia la possibilità di ricorso a ordinanze sindacali legate alla legalità e al decoro interviene anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Il decreto sulla sicurezza urbana varato dal Governo è certamente un primo passo in avanti sulla strada del riconoscimento di un sempre maggiore ruolo dei sindaci. Non vorremmo, però, che si trasformasse in un semplice spostamento delle responsabilità dalle spalle del Governo centrale a quelle delle Amministrazioni locali, lasciando però queste ultime senza strumenti adeguati”.
Per Orlando “se è giusto aumentare i poteri dei sindaci e la possibilità che questi ricorrano a provvedimenti strettamente legati alla sicurezza e al decoro, non si può lasciare il compito di vigilare e reprimere a delle forze di Polizia locale, che di fatto continuano a non essere inserite appieno nel comparto della sicurezza. Non si può – conclude il sindaco -, da un lato, chiedere alla Polizia locale di assumere maggiore ruolo nel controllare il territorio e nel reprimere atti e comportamenti illegale e, dall’altro, impedirle di avere strumenti e riconoscimenti adeguati”.

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