Province: Delrio, se non si approva il d.d.l., 80% al voto

Se si non si approva entro fine anno il d.d.l. “svuota province”, “in primavera vanno rinnovati l’80% dei consigli provinciali: sarebbe una beffa, meglio dire che non si vuole fare la riforma. È legittimo avere opinioni diverse ma il tema è nel programma del Governo. Io spero che entro metà dicembre si approvi il provvedimento”. Così il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio, a Radio 24.
Nell’idea di Delrio, quindi, come aveva già detto in un’intervista a Repubblica rilasciata dopo la Leopolda, a maggio non si voterà più per le province perché nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno cioè eletti dai cittadini e non ci sarà bisogno di votare per le province”.

“Dalla riorganizzazione delle province – chiarisce il Ministro – non vi saranno licenziamenti ma solo maggiori sinergie: i dipendenti non devono temere per i loro posti di lavoro. Certamente non vi saranno più turn over e ricambi, il sistema pubblico deve gestirsi con sistemi più moderni”. Il taglio del personale politico provinciale consentirà risparmi pari a 110 milioni di euro “che non sottovaluterei – prosegue Delrio – per utilizzarli diversamente ma il maggiore risparmio consiste nell’unire e nel semplificare, il federalismo che funziona è quello in cui ognuno fa poche cose ma ben definite. Gli oltre 2 miliardi per le funzioni generali possono essere risparmiati; almeno il 50% di risparmi si potrebbe ottenere in un anno, un anno e mezzo”.
Il Ministro ha ricordato che il Governo ha chiesto l’urgenza al d.d.l. svuota-province “perché crede in questa riforma attesa da 30 anni, che inoltre rafforza le unioni dei comuni e finalmente istituisce le città metropolitane. Ora il Parlamento deve discutere. Se si non si approva entro fine anno, in primavera va rinnovata una buona parte dei consigli provinciali e sarebbe veramente una beffa, sarebbe meglio dire che non si vuole fare una riforma. Io spero che entro metà dicembre si approvi il provvedimento”.
“Abolire le regioni o ridefinirne i confini è un’operazione molto complessa ed il dibattito su questo tema è recente. Sulle province discutiamo invece da anni, per questo chi chiede più tempo per la riforma usa questo argomento in modo strumentale. Le Regioni sono un punto critico del federalismo, si sono trasformate in enti burocratici, ma siamo in un regime costituzionale che garantisce molto le Regioni”, sottolinea Delrio.

La stessa determinazione, lo ricordiamo, il Ministro l’aveva dimostrata alla Leopolda a Firenze, quando aveva dichiarato che “Resistenze all’abolizione delle Province? Eccome se ce ne sono, anche dentro il Pd. Ma abbiamo fatto una promessa agli elettori e adesso dobbiamo mantenerla”. Nessun indugio, nessun ripensamento: “Subito via le Province, io dell’appello dei costituzionalisti non so che farmene. Riduciamo i posti della politica, non è un dramma se qualche politico torna a lavorare”, aveva detto poco prima lo stesso Renzi nelle conclusioni della convention. Sollevando l’applauso delle circa 7mila persone presenti in platea e anche dello stesso ex sindaco di Reggio Emilia.

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