Intelligenza Artificiale: l’Autorità che non c’è

“Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente. Deplora l’assenza del modulo “H”. Conclude che passerà il progetto, per un sollecito esame, all’ufficio competente, che sta creando.” Questa citazione del Diario notturno di Ennio Flaiano mi viene in mente ogni volta che si parla dell’attuazione di una riforma, di una legge. Infatti, molti pensano che la parte difficile sia riuscire ad approvarla, quella fase che va dal momento della prima proposta e – passando per discussioni ed emendamenti – arriva fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. E invece sono sempre più convinto che la parte più complessa inizi proprio nel momento in cui la legge viene approvata: la fase che si chiama applicazione. Già, perché le leggi, nel mondo degli esseri umani, per essere applicate richiedono l’adozione di regolamenti attuativi (specialmente se parlano di tecnologia), la costituzione di uffici (la definizione della governance, ovvero “chi” e “come” la applica) e la formazione del personale.

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Le sfide dell’AI ACT

Ebbene l’AI Act è ormai prossimo alla approvazione definitiva e, quindi, vista la complessità della normativa e delle sfide dell’IA, è necessario che tutti capiscano come organizzarsi in vista dell’attuazione ormai imminente. A partire dalle istituzioni che saranno chiamate a vigilare sull’effettiva applicazione di queste norme. La Commissione europea, ad esempio, ha costituito un European Artificial Intelligence Office già prima della formale adozione del Regolamento e ha già avviato una selezione del personale con l’obiettivo di assicurarsi i migliori esperti su piazza (in questo momento è difficile essere competitivi con il mercato).

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Come presidiare l’IA: una proposta

Analoga urgenza hanno gli Stati Membri. Infatti, ogni Paese UE è chiamato a istituire o designare almeno un’Autorità di notifica e almeno un’Autorità di vigilanza del mercato (’art. 70). A tali Autorità verrà demandato il compito di vigilare sull’attuazione delle disposizioni dell’AI ACT e sulla comminazione delle sanzioni. Pertanto, gli Stati membri si trovano di fronte alla scelta di istituire un organismo specifico per l’IA oppure di delegare i compiti e le responsabilità in questa materia a un’Autorità già esistente. Finora, sono pochi gli Stati che hanno provveduto già: la Spagna ha già da tempo costituito un’Agenzia apposita (AESIA – Agencia Española de Supervisión de la Inteligencia Artificial), l’Olanda ha indicato il locale Garante Privacy, mentre in Austria la scelta è ricaduta sull’Autorità competente in materia di telecomunicazioni. E in Italia? Pochi giorni fa, il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti ha anticipato in un’intervista al Sole24Ore il contenuto di un disegno di legge (che avrebbe dovuto vedere la luce entro fine marzo ma non è ancora stato adottato)…

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