Anci chiede al Governo un incontro urgente e risolutivo

“Chiediamo al Governo un incontro urgente e risolutivo per ricevere”, nell’ambito della legge di stabilità, “risposte definitive su quando e come verrà erogata la seconda rata Imu e che facciano chiarezza su Patto di stabilità e service tax. I comuni aspettano qualcosa come 4,9miliardi di euro, senza i quali non possono far fronte agli impegni presi con fornitori e dipendenti”. È l’allarme lanciato ieri dal presidente Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, al termine dell’Ufficio di presidenza Anci svoltosi, per l’occasione, presso la Sala Conferenze in Piazza Montecitorio. 
“Il Governo – ha spiegato Fassino – ha assicurato che la seconda rata Imu non si pagherà e che il mancato gettito per i comuni verrà compensato. Però deve essere chiaro – ha sottolineato – che il gettito deve essere quello del 2013, a cui si devono aggiungere le aliquote già messe a bilancio da circa seicento comuni che valgono 500milioni di euro. L’Imu 2012 valeva circa 2,3 miliardi, siamo quindi ad un totale di 2,9 miliardi senza i quali i sindaci si troverebbero di fronte a seri problemi di liquidità”.

Altro nodo da sciogliere con urgenza è legato alla service tax. Partendo dal presupposto che la nuova tassa debba essere “equa e sostenibile anche per i cittadini”, Fassino ha ricordato che le risorse previste non saranno sufficienti a garantire l’introito che i comuni ricevevano con Imu e Tares. “La previsione dell’aliquota al 2,5 per mille sulla prima casa, dell’1 per mille sulla seconda e il miliardo già destinato – ha spiegato – non basta. Riteniamo serva un incremento del fondo perequativo, a cui affiancare il ripristino del meccanismo delle detrazioni per i cittadini. Tutto questo, secondo i nostri calcoli, vale circa 2 miliardi di euro. Se però si vogliono manovrare ulteriormente le aliquote – ha avvertito il presidente Anci – il Governo spieghi che si tratta di una precisa scelta politica. Basta scaricare sui sindaci una scelta statale di innalzamento della pressione fiscale”.

E proprio sulla situazione tasse e sprechi, è stato presentato alla stampa uno studio Ifel sulla contabilità nei municipi italiani. “Tutti i sindaci – ha annunciato Fassino illustrando il lavoro – organizzeranno per martedì 19 novembre una conferenze stampa nelle città per portare all’attenzione, nazionale e locale, i numeri veri. Diciamo ‘no’ a campagne denigratorie – ha rimarcato il presidente Anci – affinché i cittadini sappiano la verità cioè che quello dei comuni è il comparto che più di tutti ha contribuito al risanamento della finanza pubblica, a differenza di quanto fatto dallo Stato”.
Nella nota si legge che “I Comuni hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica negli anni tra il 2007 ed il 2014 per circa 16 miliardi, 8 miliardi e 700 milioni in termini di patto e quasi 7 miliardi e mezzo di riduzione dei trasferimenti. Infatti i Comuni nel 2012 presentano un avanzo ( differenza tra le entrate e le spese ) pari a 1 miliardo e 667 milioni, corrispondente al 2,57 percento delle entrate. Al contrario lo Stato registra un deficit di 52 miliardi, pari al 13,26% delle entrate”.

Infine il Patto di stabilità. Su questo il sindaco di Torino ha ricordato come i sindaci abbiano accolto con favore l’allentamento di un miliardo contenuto nella prima bozza della legge di stabilità, tuttavia questo allentamento, oltre a “doversi concretizzare, deve essere orizzontale e senza vincolo di destinazione. Inoltre – ha aggiunto – chiediamo che il provvedimento non riguardi solo il 2014 ma sia strutturato in una programmazione triennale”. 
Sempre sul Patto, il presidente Anci ha prima ribadito come con il Governo siano in corso trattative per escludere i piccoli comuni. Poi ha lanciato una provocazione in merito alle sanzioni in cui incorrerebbero gli amministratori che non rispettano i vincoli di finanza pubblica.”‘Se i sindaci sforano il Patto di stabilità ricevono sanzioni dallo Stato. Chiediamo che si eliminino queste sanzioni oppure le si applichino anche a quei ministri che hanno diretta responsabilità su società pubbliche in perdita. Le regole dello Stato devono valere per tutti”.  
Nel corso della riunione è stato consegnato a sindaci e giornalisti un documento con le principali richieste che Anci ha portato all’attenzione della Conferenza Unificata.

Le principali proposte dell’Anci al disegno di legge di stabilità 2014

1) SECONDA RATA IMU
Si ribadisce con forza la necessità di assicurare (entro un termine temporale congruo) la piena compensazione della seconda rata IMU con la copertura finanziaria delle aliquote deliberate dai Comuni nel 2013.

2) PATTO DI STABILITA’
Riconoscendo il rispetto dell’impegno da parte del Governo di allentare i vincoli del Patto di Stabilità, si chiede di rendere strutturale il contributo di 1 miliardo da assegnare integralmente ai Comuni per spesa per investimento, con una previsione triennale.
Si chiede di eliminare di conseguenza l’ulteriore manovra in termini di Patto di stabilità interno per gli anni 2016 e 2017 imposta ai Comuni per 275 milioni di euro;
Si chiede di introdurre in seguito alla modifica della base di calcolo per la determinazione degli obiettivi del Patto di stabilità, una clausola di salvaguardia in modo da ridurre gli effetti distorsivi.
Si chiede di escludere dai vincoli relativi al Patto di stabilità interno i comuni con popolazione compresa tra i 1000 e i 5000 abitanti, anche modificando le regole relative al cd. patto verticale incentivato.
Si chiede di eliminare le sanzioni poste a carico degli amministratori comunali in conseguenza della violazione del Patto di stabilità.
Condividendo l’esigenza di predisporre un corredo normativo stabile ed organico in materia di società locali, perseguendo obiettivi di massima efficienza ed economicità, va corretta la disposizione proposta, stabilendo le necessarie deroghe per quei settori vitali quali quello culturale, socio assistenziale ed educativo, servizi scolastici e per l’infanzia, esclusioni peraltro di recente confermate in altro provvedimento, nonché prevedendo poi un sistema di regole a regime, con eventuali piani di rientro e relativo corredo sanzionatorio a carico delle società, escludendo in alcun modo effetti e sanzioni a carico del Comune.

3) SERVICE TAX
Relativamente alla proposta della c.d. service tax e agli effetti sulle entrate dei Comuni, si chiede di assicurare ai comuni una imposta equa, sostenibile, congrua rispetto al gettito del 2013 e atta a preservare una manovrabilità nel tempo della leva fiscale. Le aliquote previste dalla norma e 1 miliardo assegnato ai Comuni non riescono a garantire per molti Comuni- l’equivalente del gettito 2013. Va pertanto definita una soluzione che assicuri a tutti i Comuni parità di risorse e la conservazione di una leva fiscale autonoma potenzialmente attivabile, anche al fine di evitare tagli occulti non più sopportabili.
Si chiede ripristinare un livello appropriato di detrazioni per abitazione principale ex lege, mettendo a disposizione dei comuni le opportune risorse a carico dello Stato.

4) FINANZA DERIVATA
Si chiede di regolamentare gli strumenti di finanza derivata al fine di favorire una maggiore trasparenza e tutelare il contraente debole.

5) FONDO SI SOLIDARIETA’
Si chiede di rivedere le modalità di costituzione e i criteri di riparto del FSC, avviando la costituzione di un apposito fondo perequativo sulla cui base utilizzare i parametri relativi ai fabbisogni standard.

6) MUTUI
Si chiede di alzare ad una percentuale ragionevole di limite all’indebitamento e alla possibilità di contrarre mutui per investimenti.

7) RIMBORSARE SPESE GIUDIZIARIE
Si chiede di individuare soluzioni strutturali alla continua riduzione delle assegnazioni relative a funzioni specifiche (in primo luogo le spese per strutture e servizi giudiziari) che costituiscono un ulteriore taglio non previsto dalle norme vigenti e via via più insostenibile per un crescente numero di Comuni.

8) RISCOSSIONE TRIBUTI 
Si chiede un regime stabile in materia di riscossione da parte dei Comuni, peraltro sempre di più cruciale in una fase di razionalizzazione della spesa, di riduzione delle entrate e di alleggerimento della pressione fiscale per tutti i contribuenti

9) COMUNI DI AREE TERREMOTATE
Si chiede di assicurare un’effettiva invarianza di risorse standard alle aree colpite dai terremoti (Abruzzo, Emilia-Romagna e altri eventi di impatto più limitato).

10) FEDERALISMO FISCALE
Più in generale si chiede l’apertura di un confronto per la riscrittura del sistema fiscale e il rilancio di un percorso di federalismo fiscale.

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