Zaia sblocca la centrale di Porto Tolle

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROVIGO – Si sblocca il progetto dell’Enel per spianare la vecchia centrale a olio combustibile di Polesine Camerini, frazione di Porto Tolle, sulla punta del delta del Po, per sostituirla con una moderna ed efficiente centrale a carbone. Ieri la giunta regionale del Veneto su indicazione del presidente Luca Zaia ha cambiato la legge ambientale sul parco del delta del Po per consentire all’Enel di riprendere il progetto da 2,5 miliardi di euro. Il progetto si era fermato al Consiglio di Stato perché contrastava con la legge regionale sul parco naturale. Con ogni probabilità il consiglio regionale formalizzerà in autunno il ritocco alla legge. Il ministero dell’Ambiente sarà disponibile a condurre in tempi sprint una nuova valutazione di impatto ambientale, e tra un anno il cantiere potrebbe essere aperto. Vantaggi ambientali? Sicuro. La centrale di oggi è una stufa di una quarantina di anni fa alimentata a olio combustibile, il fratello minore del greggio, e quando è in funzione allarga sul cielo del delta un ombrello sulfureo di colore rosato. Pensata in anni di shock petrolifero, è una centrale “policombustibile” che può bruciare malamente e a basso rendimento anche metano oppure carbone. Inoltre far marciare la grande centrale costa uno sproposito. Non a caso l’Enel accende raramente l’impianto. Con la futura centrale ? alto rendimento e filtri potenti ? l’inquinamento sarà ridotto circa dell’80%, e per questo motivo la tecnologia viene chiamata, con un eufemismo, “carbone pulito”. Nella sentenza (si veda il Sole 24 Ore del 18 maggio) i giudici di Roma avevano bloccato il progetto: «Finché la Regione Veneto non riterrà di modificare la legislazione di sua competenza, deve essere applicata la legge regionale tuttora vigente secondo cui nella zona di Porto Tolle possono essere costruite esclusivamente centrali alimentate da gas naturale o da fonte alternativa» di pari o minore impatto ambientale. Così la giunta regionale di Venezia ha approvato la modifica all’articolo 30 della legge che istituisce il parco regionale del delta. Lo ha annunciato Zaia, soddisfatto per avere salvaguardato «almeno il 90% della procedura fin qui attuata, vale a dire senza perdere ulteriori cinque anni di lavoro». Secondo il governatore, ora i tempi «saranno ravvicinati poiché abbiamo già trasmesso la delibera di modifica al consiglio regionale che con la massima velocità darà corso alla votazione. La partita è stata concordata con i massimi funzionari dei ministeri dell’Ambiente e dello sviluppo economico». Protesta il Wwf. Soddisfatti invece i politici veneti, i sindacati e i dipendenti della centrale. «Questa iniziativa riaccende uno dei motori dell’economia nazionale e la speranza di migliaia di lavoratori, dipendenti Enel e delle imprese nell’indotto», commenta il comitato dei lavoratori. Il deputato Pd Marco Stradiotto sorride: «Meglio tardi che mai. Questa era la strada suggerita anni fa dal governo Prodi».

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