Un piano industriale per la Sicilia

Fonte: Il Sole 24 Ore

Un piano industriale per la Sicilia fondato su alcuni punti chiave: turismo e beni culturali, agroindustria, energia rinnovabile, infrastrutture e logistica. Può essere sintetizzato così il programma di Antonello Montante, delegato nazionale di Confindustria alla legalità e da ieri nuovo presidente di Confindustria Sicilia eletto all’unanimità dagli imprenditori.
L’elezione di Montante, il quale prende il posto di Ivan Lo Bello, è una scelta nel segno della continuità nell’ambito di una squadra di imprenditori che ha profondamente innovato Confindustria: sarà affiancato da quattro vicepresidenti (il vicario Giuseppe Catanzaro, Ivo Blandina, Nino Salerno, Domenico Bonaccorsi) e nella prossima riunione saranno affidate le deleghe. Montante è stato antesignano della scelta antimafia che proprio a Caltanissetta si è concretizzata con la scelta di cambiare lo statuto aggiungendo quelle clausole che non lasciano spazio alle interpretazioni: fuori dall’associazione chi non denuncia il racket mafioso o è colluso con Cosa nostra. Una scelta coraggiosa, su cui l’impegno resta costante e che ha fatto della Sicilia un modello per l’intero paese.
E ora il programma del neopresidente di Confindustria punta a fare della regione un modello da seguire anche sul piano dell’innovazione della governance dello sviluppo e della collaborazione con le forze sociali. «Quella della legalità è la precondizione e siamo riusciti a far capire che senza il rispetto delle regole non si va da nessuna parte – dice Montante che ha ricevuto grandi apprezzamenti dalle forze politiche, sindacali e imprenditoriali –. Ora è necessario pensare allo sviluppo: la proposta è quella di creare un tavolo unico di regia insieme alle altre associazioni di impresa e al sindacato. La priorità di oggi è difendere le imprese e con esse i lavoratori». Un punto importante è sicuramente quello del credito. Un primo risultato è stato raggiunto con il rating di legalità proposto da Montante e diventato legge: all’Antitrust il compito di arrivare alla fase operativa. «La Sicilia – spiega il neopresidente di Confindustria Sicilia – ha una grande capacità di attrazione ma vanno fatti alcuni interventi che vanno pianificati in una chiave moderna. Ecco alcune aree in cui, secondo noi, si deve intervenire: turismo e beni culturali che appartengono a un settore che possiamo chiamare industria delle vacanze e della conoscenza; l’agroindustria può fare perno su una agricoltura di qualità; energia rinnovabile poiché il solare è una delle grandi ricchezze dell’isola e del paese; l’isola è una piattaforma logistica naturale e il nostro sistema di porti è una risorsa che bisogna valorizzare; le infrastrutture su cui bisogna intervenire con urgenza magari facendo ampio ricorso al project financing». Ma c’è un’altra questione su cui gli imprenditori siciliani insistono: l’eccessiva presenza dell’apparato pubblico anche in settori economici chiave. «Il pubblico deve uscire dall’economia – dice Montante – perché ha dimostrato di non essere nelle condizioni di gestire aziende: in alcuni casi le ha portate al fallimento mentre in altri ha continuato a lavorare a danno delle aziende sane e competitive». Mentre alla politica Montante manda a dire: «I partiti si dotino di un codice etico così come abbiamo fatto noi». Per Ivan Lo Bello, al vertice di Confindustria Sicilia per sei anni «è stata un’esperienza bellissima, un’esperienza collettiva, nel senso che ho rappresentato un pensiero collettivo. Non è stata la stagione di un uomo al comando, ma la stagione di una persona che si è assunta delle responsabilità facendo delle scelte, condivise da tutti».

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