Un archivio per strade e numeri civici

L’Agenzia del territorio e l’Istat hanno firmato un accordo per la realizzazione di un nuovo archivio nazionale delle strade e dei numeri civici. L’archivio, spiega una nota congiunta, riguarda tutti i comuni italiani al di sotto dei 20mila abitanti che non sono capoluogo di provincia. Attraverso una gestione dinamica delle informazioni rilevate si punterà a disporre di informazioni sulle strade e sui numeri civici aggiornate al 2010 e certificate dai comuni per l’intero territorio nazionale. L’iniziativa è finalizzata alla messa a disposizione del loro utilizzo da parte della pubblica amministrazione e dei cittadini. Per i restanti comuni l’Istat, in vista del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, svolgerà una specifica indagine avvalendosi dei comuni in qualità di organi di rilevazione, secondo quanto previsto dal Programma statistico nazionale. Al termine della rilevazione, i dati raccolti saranno acquisiti nell’archivio nazionale allo scopo di completarne la copertura territoriale. La gestione ordinaria di queste informazioni sarà successivamente effettuata tramite il “Portale per i comuni”, la piattaforma informatica realizzata dall’Agenzia del territorio e prevista dal piano di e-government 2009-2011.

Il piano di E-gov
E a proposito del piano di e-gov, il Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha reso noto ieri di avere aggiornato il pacchetto di azioni strategiche nel settore dell’innovazione, mettendo a disposizione sul suo sito www.innovazionepa.gov.it i documenti strategici dedicati alla convergenza, al Piano di e-Goverment (e-Gov2012) e alle iniziative nel campo dell’innovazione a sostegno del mondo delle imprese e dei cittadini (i2012). Si tratta – spiega una nota – di tre documenti strategici che completano e ammodernano il portafoglio di politiche per l’innovazione attraverso un’opera di semplificazione legislativa, normativa e amministrativa, il coordinamento tra le politiche dell’innovazione in capo ai diversi Ministeri e il supporto alle politiche di innovazione delle singole Regioni.

Gli immobili in Italia
Tornando all’Agenzia del territorio, sempre ieri a Roma è stato presentato il rapporto “Gli immobili in Italia”. Dal quale emerge che la ricchezza immobiliare in Italia ai valori del 2008 ammonta, per il solo settore residenziale, a circa 6.244 miliardi di euro (valore pari a 4 volte il Pil nazionale), di cui 5.931 miliardi per abitazioni e 313 miliardi relativi a pertinenze. Per le sole persone fisiche la ricchezza ammonta a 5.623 miliardi di euro. Secondo i dati dell’analisi, che fanno riferimento all’anno di imposta del 2008, la distribuzione della ricchezza immobiliare mostra una notevole concentrazione: quasi un quarto della proprietà immobiliare è detenuta dai contribuenti nell’ultimo decile di reddito disponibile, ossia dal 10% dei più ricchi. Il secondo volume “Gli Immobili in Italia”, ha spiegato il direttore dell’Agenzia, Gabriella Alemanno, prosegue il lavoro già iniziato lo scorso anno, finalizzato a far dialogare le informazioni presenti negli archivi delle dichiarazioni dei redditi ed in quelli del catasto italiano. Grazie al graduale superamento della parcellizzazione dei sistemi informativi fino ad oggi disponibili, è stato possibile elaborare una enorme mole di informazioni, coinvolgendo oltre 58 milioni di unità immobiliari e collegando singolarmente ogni proprietario a ciascuna quota immobiliare di cui è titolare. L’analisi svolta dell’Agenzia del territorio, ha aggiunto il Viceministro dell’economia, Giuseppe Vegas, non solo è un “lavoro utile in vista dell’introduzione del federalismo” ma evidenzia anche l’esistenza di “molti immobili non censiti, di beni e attività occultati: una situazione – ha aggiunto Vegas – che va superata anche e soprattutto per una questione di uguaglianza tra i cittadini”. Per quanto concerne l’analisi degli utilizzi degli immobili il rapporto segnala che il patrimonio immobiliare italiano per l’87% è di proprietà di persone fisiche e, per il restante 13%, è di proprietà di enti, società. Per le sole persone fisiche il quadro degli utilizzi degli immobili di proprietà contempla un 36% degli immobili come abitazioni principali ed il 23% come pertinenze di abitazioni principali; sono circa il 10% gli immobili locati e altrettanti gli immobili a disposizione mentre il 14,6% è costituito da immobili dichiarati per altri utilizzi. Dalle elaborazioni dell’Agenzia del territorio, nell’ipotesi che in una abitazione principale sia collocata una sola famiglia, risulta inoltre che il 74% delle famiglie italiane possiede l’abitazione in cui risiede. Il rapporto segnala anche una sensibile differenza relativamente alla distribuzione regionale dei valori medi unitari del patrimonio abitativo. Pur in presenza di un’alta dispersione dei valori in alcune regioni, l’Agenzia del territorio segnala che, fatto pari a 100 il valore medio nazionale di un’abitazione (pari a 182mila euro), il valore medio regionale è massimo nel Lazio, con +59% rispetto alla media nazionale, e minimo in Calabria, con un valore medio inferiore del 55% sempre rispetto alla media nazionale. Confrontando il valore patrimoniale medio regionale che caratterizza le abitazioni e i redditi netti medi regionali delle famiglie l’Agenzia ha ricavato la stima del numero di annualità di reddito familiare che si deve impegnare per l’acquisto di un’abitazione media nelle diverse regioni. Il numero di annualità anzidetto risulta piuttosto diversificato a livello regionale. Si va, infatti, dalle 9,6 annualità della Liguria e dalle 9,2 annualità del Lazio, alle 3,4 annualità del Molise, 3,5 della Calabria e 3,6 della Basilicata.

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