Tribunali, restyling con polemica

Scatta da oggi con la pubblicazione del decreto in G.U. l’accorpamento e la soppressione delle sedi. Avvocati e comuni pronti a dimostrare che i risparmi sono possibili anche senza stop definitivi

13 Settembre 2012
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Scatta da oggi, con la pubblicazione sulla G.U. di ieri del decreto legislativo n. 155 del 2012 sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, il restyling dei tribunali italiani. Ma avvocati e comuni sono già sul piede di guerra. Il provvedimento decreta la soppressione entro un anno di tutte le 220 sedi distaccate di tribunale e procede poi alla riduzione e all’accorpamento di 31 tribunali e di 31 procure. In questo caso il Governo ha deciso di mantenere i presidi giudiziari nelle aree ad alta infiltrazione di criminalità organizzata (Caltagirone e Sciacca in Sicilia; Castrovillari cui è accorpato il tribunale di Rossano, Lamezia Terme e Paola in Calabria; Cassino cui è accorpata la sezione distaccata di Gaeta nel Lazio) e di dotare di un Ufficio di Procura anche il Tribunale di Napoli nord; la soppressione di 667 uffici di giudici di pace, mantenendo – rispetto alla previsione iniziale – un giudice di prossimità in sette isole (Ischia, Capri, Lipari, Elba, La Maddalena, Procida, Pantelleria) in modo da consentire anche l’eventuale deposito di atti urgenti in casi di irraggiungibilità della terraferma. Scatta infine la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati restanti, per i quali non sono previsti nè esuberi nè messa in mobilità. Nello specifico, i magistrati assegnati agli uffici giudiziari soppressi entrano di diritto a far parte dell’organico dei tribunali e delle procure della Repubblica cui sono trasferite le funzioni, anche in soprannumero riassorbibile con le successive vacanze. I magistrati trasferiti d’ufficio alle sedi disagiate soppresse possono chiedere di essere riassegnati alla sede di provenienza, con le precedenti funzioni, anche in soprannumero da riassorbire con le successive vacanze mentre il personale amministrativo assegnato agli uffici giudiziari e alle sezioni distaccate soppressi entra di diritto a far parte dell’organico dei tribunali e delle procure della Repubblica presso il tribunale cui sono trasferite le funzioni, anche in questo caso in soprannumero riassorbibile. Con decreto del Ministro della giustizia, da adottarsi entro il 31 dicembre 2012, saranno determinate le piante organiche del personale amministrativo assegnato agli uffici giudiziari. Interessanti le disposizioni in materia di edilizia giudiziaria. “Quando sussistono specifiche ragioni organizzative o funzionali”, si legge nella norma, “il Ministro della giustizia può disporre che vengano utilizzati a servizio del tribunale, per un periodo non superiore a cinque anni […] gli immobili di proprietà dello Stato, ovvero di proprietà comunale interessati da interventi edilizi finanziati ai sensi dell’articolo 19 della legge 30 marzo 1981, n. 119, adibiti a servizio degli uffici giudiziari e delle sezioni distaccate soppressi”. Il provvedimento è adottato sentiti il presidente del tribunale, il consiglio giudiziario, il consiglio dell’ordine degli avvocati e le amministrazioni locali interessate. Intanto, come detto, riparte il gruppo di lavoro Cnf-Anci sulla geografia giudiziaria, con l’obiettivo, spiega una nota, “di smascherare, sulla base di dati certi di finanza pubblica locale, l’inefficacia e la sostanziale inutilità del progetto di soppressione di tribunali e procure varato dal Governo per recuperare efficienza nel sistema giustizia”. Per predisporre un nuovo progetto che tenga conto dei criteri che sono alla base della spending review nella pubblica amministrazione e, in particolare, della legge di stabilità, sarà costituita una Commissione tecnica che si avvarrà di professionalità anche esterne al settore della giustizia, provenienti dal mondo dell’organizzazione aziendale, del lavoro e della informatica, oltre ai rappresentanti della magistratura e del personale amministrativo impiegato nei tribunali.
“La sfida”, dice la nota congiunta, “è quella di proporre per la prima volta un progetto di organizzazione del lavoro giudiziale e amministrativo, sia in termini di articolazione territoriale che nell’ambito del tribunale;  unica strada efficace, sono convinti Cnf e Anci, per superare i problemi dell’inefficienza, dei ritardi e dei costi della giustizia, al posto di un intervento di soppressione di uffici fatto sulla carta”. Il Cnf peraltro ha già deciso che, ogni qualvolta sarà ammissibile, impugnerà davanti alle autorità giudiziarie competenti gli atti di Governo relativi alla revisione della geografia giudiziaria. Il primo passo concreto che Cnf e Anci faranno è quello di definire un piano di risparmio, attraverso la razionalizzazione della spesa sostenuta dai comuni per la giustizia, che produca una riduzione complessiva del 10% dei costi dell’intero comparto dei tribunali sub-provinciali e delle sezioni distaccate, superiore quindi alla riduzione di costi che il Governo punta a ottenere sopprimendo invece,con tagli lineari, molti uffici giudiziari.

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