Tra federalismo e milleproroghe

Il Governo metterà la fiducia alla Camera sul decreto legislativo del federalismo municipale? “Si vedrà”. Così Roberto Calderoli, parlando con i giornalisti a Montecitorio. Il Ministro per la semplificazione normativa conferma che insieme al titolare delle riforme, Umberto Bossi, riferirà “prima al Senato, martedì e mercoledì prossimo, e poi alla Camera, probabilmente la settimana successiva”.
Il decreto sul federalismo municipale sarà esaminato in Aula alla Camera ai primi di marzo. L’argomento è stato toccato ieri dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, cui ha partecipato anche il Ministro Calderoli. Il calendario preciso del passaggio del decreto, che martedì 22 e mercoledì 23 sarà in Senato, dovrà essere fissato alla capigruppo della settimana prossima.
Intanto sarà proprio il federalismo che riguarda le regioni a tenere banco oggi nella conferenza straordinaria dei Governatori, convocata da Vasco Errani, a Roma. Anche l’accordo con il Governo su trasporto pubblico locale e il patto di stabilità sono al centro del confronto nel quale si verificherà se siano stati tradotte in norme i punti su cui si basa l’intesa raggiunta sul decreto che riforma la fiscalità regionale, da ieri al vaglio della Bicameralina guidata da Enrico La Loggia. All’ordine del giorno predisposto ci sono infatti: la “Verifica dell’accoglimento degli emendamenti di parte regionale al decreto-legge n. 225 del 29 dicembre 2010 recante «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie» (c.d. mille proroghe)”, anche in relazione al Patto del 16 dicembre 2010 siglato con il Governo. Seguono le “Valutazioni sui provvedimenti per il rilancio dell’economia esaminati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011, con particolare riferimento a: d.lgs. di riforma degli incentivi alle imprese”; e ancora: il “Piano casa; Valutazione in ordine ai provvedimenti attuativi della legge n. 42 del 2009 (federalismo fiscale)”.
Il decreto legislativo che riforma la fiscalità regionale “recepirà il contenuto dell’intesa siglata fra regioni e Governo”, ha nel frattempo detto il presidente della Bicameralina sul federalismo, Enrico la Loggia, riferendosi alle richieste avanzate dalle autonomie. “E se possibile – ha aggiunto – lavoreremo ad ulteriori contributi migliorativi”. Dal canto suo la Ragioneria dello Stato, con l’audizione dell’ispettore generale capo, Salvatore Bilardo, ha specificato di fronte alla commissione che il d.P.C.M. con il quale si recepiscono i criteri dell’esclusione dai tagli per l’anno 2011 delle risorse per l’edilizia sanitaria pubblica, della salute umana e sanità veterinaria, e quelle finalizzate al trasporto pubblico locale è alla “registrazione della Corte dei conti”. La Loggia ha anche avuto un incontro con il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, per discutere in via preliminare delle richieste delle Province, prima della audizione formale in Commissione che avverrà oggi. “Al Presidente La Loggia – dichiara Castiglione – abbiamo presentato le proposte di modifica al decreto che formalizzeremo domani in Commissione. In particolare ci siamo soffermati sulla questione del taglio ai trasferimenti erariali e sul rafforzamento dell’autonomia tributaria delle Province, a partire da una reale compartecipazione all’Irpef. Il Presidente La Loggia si è mostrato attento alle nostre richieste, che ha valutato positivamente. Ci auguriamo che il passaggio in Commissione ci consenta di apportare quelle modifiche al testo, che per le province sono determinanti per raggiungere a pieno l’obiettivo della piena autonomia finanziaria. Una questione dirimente, questa – conclude il presidente Castiglione – perché possa affermarsi a pieno il principio di autonomia e responsabilità che è alla base dello stesso federalismo”.
Ieri intanto il Senato ha dato l’ok alla fiducia al d.l. milleproroghe (n. 225/2010) che ora passa alla Camera. Ma i comuni non sono per nulla soddisfatti. “Una norma che va a dare qualche risposta su alcune questioni che erano rimaste in sospeso, ma nulla di più”, è il commento di Sergio Chiamparino, presidente della Associazione dei comuni italiani (Anci). “Grazie al lavoro fatto nelle sedi istituzionali dalla Associazione – rileva Chiamparino – il decreto prevede, in questa formulazione, il minimo vitale per i comuni. Le nostre sollecitazioni, in sede tecnica, hanno portato a fare chiarezza sulla possibilità dell’utilizzazione degli oneri di urbanizzazione anche per coprire la spesa corrente (almeno fino al 2012), cosi’ come alla ‘spalmatura’ su tre anni del limite, che dovrà arrivare ad essere l’8 per cento della spesa corrente, degli interessi passivi. Sono stati anche sbloccati i trasferimenti erariali ai Comuni (almeno la prima tranche 2011) che rischiavano di ‘saltare’ in conseguenza del mancato varo del cosiddetto federalismo municipale”. “Restano ancora aperte – afferma ancora il presidente Anci – alcune questioni importanti fra le quali la mancata proroga della abolizione delle Aato (che rimane fissata al marzo prossimo, con grande preoccupazione dei territori), il mancato intervento chiarificatore sull’Ici dei fabbricati di categoria ‘d’ (per i quali molti Comuni si vedranno sottratte entrate cospicue) ed una definizione ancora incerta della disciplina della Tarsu”. “Infine – prosegue – le disposizioni riguardanti la cultura, seppure migliorative rispetto alla versione originaria del decreto, appaiono ancora del tutto insufficienti, mantenendo inoltre ingiustificati e irragionevoli vincoli che limitano l’azione degli Enti locali”. “In questa situazione – conclude Chiamparino – e pur consapevoli del fatto che sul provvedimento sia stata chiesta la fiducia del Parlamento, l’auspicio e’ che la Camera  possa ancora accogliere alcune delle altre richiesta avanzate dai Comuni italiani, a cominciare dalla riduzione del taglio dei trasferimenti erariali”.

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