Tagli, la Regione stanzia 5 milioni 2.300 bambini avranno posto all’asilo

Fonte: Repubblica, Firenze

Da una parte c’è il governo che taglia, dall’altra la Regione che cerca di compensare con fondi propri la diminuzione dei trasferimenti statali. Obiettivo: mantenere 44 sezioni di scuola dell’infanzia che sembravano destinate a non venire attivate a settembre e che invece grazie ai quasi 5 milioni messi a disposizione della giunta toscana potranno accogliere 2.300 bambini. A dare l’annuncio ieri in consiglio regionale è stata la vicepresidente di Rossi Stella Targetti, che ha la delega all’istruzione. «In Toscana il diritto di andare a scuola sarà garantito a tutti i bambini», dice Targetti, «nonostante la riforma, in senso minimalista, dei primi cicli di istruzione fatta a partire dal 2008. Secondo la Gelmini la scuola non si può sottrarre ai tagli, visto che il ministero delle Finanze ha deciso di utilizzare quei soldi per risanare la voragine del debito pubblico. Noi invece stiamo dalla parte dei bambini». L’intervento “riparatore” si muove su due fronti: la Regione finanzia con 4 milioni e 900 mila euro sia 44 sezioni per la prima infanzia attivate lo scorso anno che non sarebbero state riconfermate e altre 48 che aprono in questo nuovo anno scolastico. Sono 18 nella provincia di Firenze, 4 ad Arezzo, 2 a Grosseto, 6 a Livorno, 10 a Lucca, 1 a Massa Carrara, 18 a Pisa, 11 a Pistoia, 18 a Prato e 4 a Siena. Il finanziamento straordinario si aggiunge ai 3 milioni e mezzo già destinati alle scuole materne comunali e paritarie e ai 300mila euro che vanno a quelle private cattoliche. «La Regione», spiega Targetti, «crede nell’importanza della sussidiarietà e quindi della stretta integrazione tra scuole statali e scuole paritarie, nel garantire un’offerta educativa di qualità. Siamo convinti che garantire la scuola dell’infanzia a tutti i bambini sia anche un importante servizio alle famiglie e un investimento della Toscana sul proprio futuro». La ascoltano con attenzione le insegnanti di Bustecca, vicino a Barberino Val d’Elsa, dove la scuola dell’infanzia rischiava di perdere la quarta sezione. I sindaci di Barberino e di Tavarnelle Val di Pesa Maurizio Semplici e Sestilio Dirindelli commentano così: «Siamo contenti ma non pienamente soddisfatti, perché questo finanziamento è un importante palliativo per curare una malattia cronica: l’assenza dello Stato». Il numero di sezioni di scuola statale dell’infanzia su cui il ministero ha posto il blocco garantendo finanziamenti statali è, in Toscana, 2.680: restano fuori circa 40 nuove sezioni ogni anno con bambine e bambini rimasti in lista d’attesa e una pesante situazione che colpisce le giovani famiglie. Secondo Stella Targetti «la scelta del ministro Gelmini di non assicurare più a tutti i bambini l’accesso al percorso educativo a partire dall’infanzia è basata sulla scusa che questa scuola non fa parte dell’obbligo d’istruzione ed è un grave esempio di disimpegno da parte dello Stato rispetto alla garanzia di un diritto riconosciuto dalla Costituzione e assicurato dal legislatore». Dal Pdl sul fronte scuola poche contestazioni. Mentre Tommaso Villa, membro della commissione Cultura, fa notare che il governo Berlusconi ha recuperato «pur nelle difficoltà economiche ben 130 milioni per le scuole private italiane nella Finanziaria 2010», la portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni esorta Targetti ad un “maggiore coraggio”. «La comunicazione della vicepresidente», osserva Fuscagni, «ha più il sapore della propaganda. Da parte nostra troverà grande disponibilità se avrà più audacia». Il consigliere dell’Udc Marco Carraresi sostiene che il discorso di Targetti sembra «un comunicato stampa» e di intervento “non eccezionale” parla il leghista Gian Luca Lazzeri: «Vista la disponibilità di risorse», dice, «impiegarle in un settore essenziale come quello dell’istruzione e non per ingrassare le fila delle consulenze, mi pare scelta doverosa».

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