Stato e autonomie, si cambia

Parte il restyling della mediazione tra lo Stato e le autonomie locali. Su proposta del Presidente Berlusconi e del Ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, il Governo ha approvato ieri un disegno di legge che, come spiega il comunicato di Palazzo Chigi, tenendo conto del complesso interagire dei livelli di Governo della Repubblica e per fare fronte alle esigenze di negoziazione e mediazione politica con le autonomie territoriali, così come scaturiscono dal rinnovato Titolo V della Costituzione e dalla successiva giurisprudenza applicativa della Corte costituzionale, “delega il Governo a razionalizzare l’organizzazione e il funzionamento delle Conferenze Stato-Regioni, Stato-Città ed unificata, prevedendo una sola sede di raccordo istituzionale, denominata “Conferenza della Repubblica”. La nuova Conferenza, come le attuali, sarà incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e intende preludere ad una organica riforma costituzionale del bicameralismo, capace di dare rilievo parlamentare al ruolo delle autonomie territoriali”. Il disegno di legge stabilisce principi e criteri direttivi in un unico articolo, al fine di demandare ai decreti delegati, la disciplina puntuale della conferenza della Repubblica improntata a criteri di semplificazione, razionalizzazione e certezza dei compiti ad essa attribuiti.

FITTO: RIFORMA IMPORTANTE
“Sono molto soddisfatto del risultato perché il Governo, dopo il confronto sul testo con Regioni e autonomie locali, avvenuto in Conferenza Unificata, offre alle sedi parlamentari un disegno di legge condiviso tra tutti i livelli di governo che costituiscono la Repubblica”, ha commentato il Ministro Fitto. “Si tratta di una riforma importante – ha sottolineato – che adegua il sistema e le forme delle relazioni tra Stato e autonomie. La necessità di adeguare la disciplina del sistema delle Conferenze risalente al 1997, – ha continuato Fitto – era stata da più parti autorevolmente rappresentata a fronte delle criticità emerse nel rapporto tra Stato, Regioni e Autonomie locali. La mia soddisfazione deriva soprattutto dal lavoro che con Regioni e autonomie locali è stato fatto nel rendere il parere della Conferenza Unificata: un lavoro che ha sicuramente migliorato il contenuto del disegno di legge e che è stato caratterizzato dall’esigenza condivisa di razionalizzare i rapporti tra Stato e autonomie e di sviluppare la coesione e l’integrazione delle politiche pubbliche, nell’interesse della comunità nazionale. Inizia ora l’iter parlamentare del disegno di legge che mi auguro possa essere ispirato allo stesso spirito di condivisione, che il Consiglio dei Ministri ha sancito, per giungere all’obiettivo comune della costruzione di una nuova casa comune dove i governi delle istituzioni repubblicane possano collaborare lealmente nell’interesse dei cittadini. È peraltro evidente – ha concluso Fitto – che la razionalizzazione dell’attuale sistema delle Conferenze non può essere considerata in alcun modo in termini alternativi rispetto all’esigenza, che rimane di primaria importanza per l’assetto compiuto del nostro ordinamento, di una organica riforma costituzionale del bicameralismo, che consenta di dare specifico rilievo parlamentare al ruolo delle autonomie territoriali, in coerenza con l’impianto del “nuovo” Titolo V”.

I PARERI DELLE AUTONOMIE
Dopo il confronto del 25 maggio in sede di Conferenza unificata si era arrivati ad un parere favorevole sullo schema di disegno di legge. Il Ministro Fitto, hanno spiegato dalla Conferenza delle regioni, “ha accolto alcune delle condizioni prioritarie poste dalle Regioni e dagli enti locali. In particolare per ciò che riguarda il richiamo espresso al decreto legislativo 281/1997 (che disciplina l’attuale Conferenza Stato-Regioni) in relazione alle funzioni e compiti della Conferenza della Repubblica, l’eliminazione del richiamo all’articolo 120 della Costituzione (il potere sostitutivo dello Stato) e l’introduzione del criterio della reciprocità (nel rispetto di tempi e procedure) fra Stato centrale e autonomie e, infine, per ciò che concerne la modifica del sistema di votazione proposto dalla bozza iniziale”. In sede di Conferenza unificata era giunto anche l’ok dell’Anci. “Abbiamo dato parere positivo – ha affermato Graziano Delrio, delegato Anci per i Rapporti con il governo – poiché il ministro Fitto ha accolto gran parte delle nostre preoccupazioni. Allo stesso tempo il parere è condizionato all’accoglimento, all’interno dei decreti delegati, delle nostre istanze riguardanti la composizione della Conferenza della Repubblica”.

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