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Manovra al via, oggi in Senato> IL TESTO E LA RELAZIONE
Oggi parte l'iter al Senato, attese modifiche importanti. Trise sotto esame: Confedilizia fa i conti considerando le aliquote dei comuni

La legge di stabilità 2014 arriva oggi in Senato. Ieri sera il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il testo della manovra finanziaria per i prossimi tre anni, che ora si appresta a compiere il suo percorso parlamentare.
Un iter che si annuncia già irto di difficoltà per il Governo, costretto a fronteggiare i mugugni del sindacato, il quale, in maniera unitaria, ha già annunciato 4 ore di sciopero generale per novembre per protestare contro i tagli al personale statale.
Nel frattempo, però, ieri sera il presidente del Consiglio Enrico Letta si è recato in televisione, al programma di approfondimento Otto e mezzo di Lilli Gruber su La7, per spiegare i contenuti e le proposte inserite nella legge di bilancio. Nel frattempo, però, anche Confindustria ha messo in guardia la classe politica, avvisando di non attendersi brutte sorprese dalla discussione in procinto di avviarsi alle Camere.
Finalmente, dunque, c’è un testo ufficiale arrivato in Parlamento, che costituirà la base da cui partiranno Commissioni e gruppi a Camera e Senato per discutere su tagli e investimenti contenuti nella manovra.
Nel complesso, sono 26 i miliardi di euro messo sul piatto da qui al 2016di cui più di 11 nei prossimi dodici mesi. Uno sforzo importante, che, comunque, il premier ha riconosciuto come dettato da una prudenza di fondo, finalizzata a non voler distruggere le fondamenta di questi ultimi anni di austerity. Per la prima volta, rivendica infatti il Governo, la pressione fiscale è in discesa, mentre negli anni addietro la legge di stabilità significava soprattutto nuove tasse.
Ma c’è chi non se la passa bene: sono i dipendenti statali, che si vedranno decurtati, nei prossimi tre anni, fino a 5mila euro dalla busta paga, per effetto della proroga al blocco delle indicizzazioni degli stipendi, oltre allo stop inflitto al turnover che rende l’uscita dal lavoro sempre più complicata.
Anche sul fronte fiscale, poi, in Aula sarà battaglia: per i contribuenti italiani il primo appuntamento con le nuove imposte contenute nella legge di stabilità 2014 è già fissato al gennaio prossimo, per esattezza a giovedì 16, quando andrà versata la prima rata del Trise, il tributo che, in un colpo solo, sostituisce Imu e Tares.

Il Trise: i calcoli di Confedilizia accendono le polemiche
Casa e rifiuti sono le due anime del nuovo balzello che, infatti, si compone di due sfere distinte: la Tari e la Tasi, acronomi di tariffa sui rifiuti e tassa sui servizi indivisibili.
Per quanto riguarda la Tari, possiamo notare come sia il comune a dover definire la somma che ogni nucleo famigliare sarà chiamato a versare, nello specifico stabilendo per ogni immobile la sua superficie calpestabile, in base alle relative dichiarazioni dei contribuenti. La Tari è riferita per tutte le categorie di immobili, sia ordinaria che speciale, e a doverla pagare sono tutti coloro che possiedano o detengano a qualsiasi titolo locali o aree all’aperto, purché occupate in via esclusiva. In breve tempo, dovrebbe arrivare la Tarip, sistema di tariffa puntuale basato sul volume prodotto dei rifiuti dai contribuenti, per la quale è atteso nei prossimi mesi un regolamento ad hoc.
E veniamo alla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, che verrà richiesta a chiunque detenga a qualsiasi titolo fabbricati, aree scoperte o comunque iscritte ai piani di edificabilità comunali. Il versamento, in caso di affitto, andrà effettuato sia dai proprietari dell’immobile che dagli inquilini, nella misura che varia dal 10 al 30%, a seguito del regolamento apposito che ogni consiglio comunale sarà chiamato a redarre. L’aliquota massima sarà del 2,5 per mille e le prime case non saranno esonerate.
Secondo i proprietari di Confedilizia l’aggravio potrebbe arrivare, rispetto all’Imu, fino a 7,5 miliardi in più considerando prime case ed altri immobili. Questo anche se il Governo, nella relazione tecnica che accompagna la legge di stabilità, parla di un gettito “di circa 3.764 milioni di euro su base annua a partire dal 2014”.
Ma Confedilizia fa due conti: il gettito Imu-Tasi nel 2014, con l’applicazione dell’aliquota massima del 2,5 per mille per l’abitazione principale e dell’1 per mille per tutti gli altri immobili produrrebbe un gettito di 9,1 miliardi per le abitazioni principali e di 22,1 miliardi per gli altri immobili (con aliquota Imu media al 9,3 per mille + Tasi 1 per mille).
A conti fatti sarebbe un gettito di 31,2 miliardi con una variazione 2014-2012 di +7,5 miliardi (+31,65%).

IMU E TASI, IL GETTITO CON LA LEGGE DI STABILITA’
 Gettito Imu 2012 

 Abitazioni principali
4 miliardi
Altri immobili
19,7 miliardi
Totale
23,7 miliardi

Gettito Imu-Tasi 2014
con applicazione dell’aliquota standard dell’1 per mille 
per tutte le tipologie di immobili   

Abitazioni principali
3,7 miliardi (aliquota Tasi all’1 per mille)
 Altri immobili
22,1 miliardi
(aliquota Imu media del 9,3 per mille 
+ Tasi all’1 per mille)
Totale
25,8 miliardi
Variazione 2014-2012
+ 2,1 miliardi (+ 8,86%)

Gettito Imu-Tasi 2014
con applicazione dell’aliquota massima del 2,5 per mille per l’abitazione principale 
e dell’1 per mille per tutti gli altri immobili 

Abitazioni principali
9,1 miliardi 
(aliquota Tasi al 2,5 per mille)
Altri immobili
22,1 miliardi
(aliquota Imu media del 9,3 per mille 
+ Tasi all’1 per mille)
Totale
31,2 miliardi
Variazione 2014-2012
+ 7,5 miliardi (+ 31,65%)

 Fonte: Confedilizia – Ufficio Studi

I calcoli elaborati da Confedilizia sono così destinati a riaccendere le polemiche. Anche perché la Tasi è una delle fonti di entrata irrinunciabili per l’architettura complessiva della manovra.
E il Governo ha già avvertito: bene modifiche ma il saldo deve restare invariato. E già l’argomento ha suscitato non poche polemiche: il Governo ha già precisato in merito a vecchie e nuove imposte che i 3,7 miliardi previsti come gettito dalla nuova Tasi sono meno dei circa 4,7 miliardi garantiti dalla vecchia Imu e dalla componente Tares servizi indivisibili, rispondendo così ad un’ennesima polemica sull’ipotesi “nuova stangata” già evocata da diversi falchi del Pdl.

La relazione illustrativa alla legge di stabilità
L’arrivo al Senato della legge di stabilità 2014 è accompagnato non solo dai crismi dell’ufficialità delle firme del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma anche dalla consueta relazione tecnica e illustrativa del governo.
La relazione, un tomo di oltre 300 pagine in cui è contenuto sia il testo ufficiale che le specifiche tecniche del disegno di legge, spiega con dovizia di particolari tutte le voci di spesa in entrata e uscita dal bilancio statale per i prossimi tre anni.
In particolare, il riferimento principale è naturalmente nel conto del cuneo fiscale, senza dubbio la manovra più corposa contenuta nel disegno di legge, che destina 5 miliardi alla riduzione del costo del lavoro. Benché le prime analisi parlino di aumenti infimi in busta paga – si è accennato a 14 euro in più al mese – il Governo sottolinea che l’incremento complessivo delle detrazioni per il reddito di lavoro dipendente ammonterà a 1560,9 milioni di euro nel 2014.
Secondo le norme che, invece, garantirebbero defiscalizzazioni Irap riguardo i neo assunti  a tempo indeterminato, invece, l’apporto di occupazione dovrebbe essere pari a 135mila nuovi lavoratori fissi sul saldo nazionale.
Inoltre, non viene sottaciuta l’ormai famosa clausola di salvaguardia, la postilla, cioè, che riguarda il raggiungimento degli obiettivi di risparmio nei prossimi anni, che innescherebbe incrementi fiscali qualora fosse mancato in tutto o in parte. La spending review non rispettata, dunque, potrebbe per l’anno in corso un maggior gettito Irpef di 281,2 milioni che raddoppierebbero a 564 per i dodici mesi successivi, livellando l’aliquota al 17%.
Affidamento delle finanze pubbliche anche sulla Tasi, che dovrebbe ridare fiato ai conti dopo la scomparsa del gettito Imu. Proprio a questo proposito, è lampante la corrispondenza tra i 4 miliardi del gettito Imu prima casa e gli attesi 3.764 milioni annui dal 2014 che dovrebbe incamerare la Tassa sui rifiuti, calcolata sulla rendita catastale. Peccato, però, che Confedilizia abbia già lanciato l’allarme: la nuova tassa avrà un impatto superiore alla ormai defunta Imposta municipale. In merito, il Parlamento potrebbe comunque ancora apportare pesanti modifiche.

Altre misure contenute nella legge di stabilità

Salute 
Sanità, turnover bloccato 
I fondi per la sanità come è noto non vengono toccati, detto questo il comparto non è immune da risparmi: in particolare il solo blocco del turn-over, previsto per il 2015 ed il 2016 produrrà risparmi per 1,2 miliardi di euro: rispettivamente per 540 milioni nel 2015 e 610 nel 2016. Inoltre «per razionalizzare le risorse finanziarie» a disposizione la legge di stabilità prevede di ridurre da 5 a 4 anni la durata dei corsi di specializzazione per gli studenti di medicina e per tutti gli altri studi dell’area sanitaria.

Le amministrazioni centrali
Risparmi per 1,9 miliardi 
Dai tagli alla spesa alle amministrazioni centrali sono previste i riduzioni per soli 600 milioni nel 2015 e 1,310 miliardi per 2016 e 2017. La clausola di salvaguardia inserita nel ddl è intesa al contrario: vengono disposti, entro il 15 gennaio 2015, aumenti di aliquote d’imposta e riduzioni di agevolazioni e detrazioni per 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 dal 2017; qualora si verifichino maggiori entrate o risparmi, gli aumenti verranno ridotti. Coperture con tagli al pubblico impiego, previdenza (pensioni d’oro) e Regioni.

I risparmi dello Stato 
Uffici, si affitta in periferia 
La legge di stabilità introduce una delega al governo “per definire un programma straordinario di cessioni di immobili pubblici, al fine di consentire introiti per il periodo 2014-2016 non inferiori a 500 milioni annui”. Sul fronte degli affitti la manovra obbliga invece le amministrazioni dello Stato a valutare la locazione di uffici in periferia anziché nelle zone centrali. Più in generale la spending review prevede risparmi per effetto dell’ottimizzazione dell’uso degli immobili per 600 milioni nel 2015 e 1,31 miliardi a partire dal 2016.

Lavoro
Stop ai precari, sconto Irap 
Le assunzioni previste Le norme sulla defiscalizzazione Irap per la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, calcola la Ragioneria dello Stato, potrebbero interessare 135.000 nuovi assunti. La deduzione spetta per il periodo d’imposta in cui è avvenuta l’assunzione con contratto a tempo indeterminato e per i due successivi, per un importo annuale non superiore a 15 mila euro per ciascun nuovo dipendente assunto e riguarda contributi previdenziali, assistenziali e delle assicurazioni obbligatorie.

Fisco 
Detrazioni, la sforbiciata 
Sforbiciata alle detrazioni fiscali: entro il 31 gennaio 2014 il governo adotterà provvedimenti normativi per razionalizzazione delle detrazioni fiscali di cui beneficiano i contribuenti italiani. 
L’obiettivo è quello di far risparmiare allo Stato 488,4 milioni di euro nel 2014, 772,8 nel 2015 e 564,7 nel 2016, per un totale di 1825,9 milioni di euro. In alternativa è previsto che in automatico le detrazioni vengano ridotte di un punto percentuale (quindi al 18%) per l’anno 2013 e di due punti percentuali (al 17%), a partire dal 2014.

Gli investimenti 
Conto titoli, bollo più caro per mille 
Oltre alle imposte sulla casa, destinate in un modo o nell’altro ad aumentare – al riguardo la polemica più ogni giorno più rovente ad essere penalizzati da un aggravio di imposte saranno gli investimenti finanziari: il previsto aumento al 2 per mille dell’imposta di bollo su conto titoli, attualmente all’1,5 per mille, secondo i tecnici del Tesoro dovrebbe infatti portare un incremento di gettito intorno ai 527 milioni di euro annui di competenza, a partire dal 2014.

Le nuove spese 
Sviluppo, i fondi in arrivo 
Sono molti gli stanziamenti e le nuove spese per lo sviluppo, tra questi: al Fondo sviluppo e coesione 1,550 milioni; 46,5 milioni al Fondo di rotazione; 150 per finanziamenti agevolati nei settori industria, agricoltura e turismo; 150 milioni aggiuntivi al Fondo crescita sostenibile; 50 milioni al Fondo rotativo; 340 milioni al settore marittimo e navalmeccanico. Molte le spese per infrastrutture, tra cui 335 milioni all’Anas, 340 alla Sa-RC, 400 al Mose; 400 a Rfi, 100 all’AV Napoli-Bari,120 alla MilanoVenezia e 200 alla Bologna-Lecce.

Gli interventi sociali 
Per l’ambiente 600 milioni 
La legge di stabilità prevede 600 milioni di euro per l’ambiente e un aumento o ripristino di una serie di spese sociali: 250 milioni vanno al fondo non auto-sufficienze; 400 milioni al 5 per mille; agli Lsu 100 milioni; al Fondo contro la vio- lenza sessuale 10 milioni; 120 milioni per la mobilità sanitaria internazionale. Poi ci sono uan serie di spese «indifferibili»: missioni all’estero 765 milioni, sisma in Calabria e Basilicata 15 milioni, 150 alle università, 120 all’editoria, 5 alla Forestale, 50 al Fondo e 10 per i Carabinieri.


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